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Barolo e Barbaresco: similitudini e differenze di due icone delle Langhe

Tra le masterclass proposte da Falstaff Italia la scorsa settimana sulla Fiera del tartufo anche un interessante confronto tra Barolo e Barbaresco. Lo ha seguito Chiara Nervo

Barolo e Barbaresco: similitudini e differenze di due icone delle Langhe

di Chiara Nervo

ALBA – Il vitigno è uno: il Nebbiolo. Le storie che si nascondono dietro Barolo e Barbaresco, invece, sono molte. Due vini radicati in un territorio unico, accomunati da tradizioni, valori e un’identità forte. Due vini con inevitabili similitudini, ma anche differenze che li rendono inconfondibili.

Una cosa, però, è certa: Barolo e Barbaresco condividono un’idea di collaborazione, ricerca e rispetto delle Langhe.


La masterclass alla Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba

Durante la 95ª edizione della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, in collaborazione con Falstaff Italia, la masterclass “Barolo & Barbaresco – Similitudini e Differenze” ha dato voce ai produttori che da generazioni portano avanti la storia di questi due grandi vini.

Roberto Voerzio apre il confronto con uno sguardo rivolto al futuro:

“Bisogna sempre guardare avanti. Pensare a cosa fare nei prossimi trent’anni. Il segreto è la determinazione. Ma anche un po’ di coraggio. Abbiamo tutti cominciato dal nulla, ma siamo sempre stati consapevoli della nostra fortuna: essere nati in un territorio come quello delle Langhe, che ci permette di creare vini che si esprimono in maniera autentica e unica.”


Tradizione, ricerca e visione

Il vino non è più soltanto tradizione: è ricerca e visione a lungo termine.
I vini prodotti oggi conservano la loro identità territoriale, ma parlano anche un linguaggio universale, capace di dialogare con un pubblico sempre più ampio.


Giovani e vino: un nuovo approccio

Negli ultimi anni si parla spesso dell’allontanamento dei giovani dal vino. I dati raccontano una riduzione apparente dei consumi, ma la realtà – come sottolinea Tiziana Cortese – è molto più articolata:

“Sentiamo parlare molto spesso di riduzione dei consumi da parte dei giovani. Ma non sempre è così. I giovani sono interessati e curiosi. Ma dobbiamo essere noi ad aiutarli ad avvicinarsi. Dobbiamo rendere il vino più vicino alle nuove generazioni.”

Oggi il vino viene percepito come momento di socialità, non come semplice prodotto di consumo. Tuttavia, un racconto troppo tecnico può risultare distante o intimidatorio. La sfida è quindi duplice:

  • Mantenere l’identità di Barolo e Barbaresco, simboli della storia e del territorio.

  • Raggiungere le nuove generazioni valorizzando narrazione, sostenibilità e legame con le radici.


Un ponte tra passato e futuro

In un contesto dove la tradizione è forte e radicata, il racconto del vino diventa un ponte generazionale, capace di unire passato e futuro. Coinvolgere i giovani significa innovare nei modi e nei linguaggi, senza mai tradire il “perché” profondo di questi vini.

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