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Salvare un monumento e il suo significato

CANALE Gino Scarsi, scultore canalese, racconta una vicenda successa nel lontano 1977. «A Canale, dopo 3 anni di lavoro, presento il Monumento ai caduti e dispersi delle ultime due guerre, una scultura in ferro battuto del peso di 25 quintali. Suscita scalpore: il concetto di caduto è ribaltato, non è l’eroe che si staglia ritto in cielo, ma è rappresentato come una vittima uccisa da un’idra a tre teste, simbolo del potere delle armi, della dittatura e dei soldi; sul fucile dell’idra una tacca sigilla l’imprimatur della Chiesa alle due ultime guerre mondiali. La scultura fa il giro delle maggiori città italiane del Nord grazie al coinvolgimento del Movimento nonviolento, che organizza presentazioni e dibattiti a cui partecipano partiti politici, associazioni, ex-combattenti».

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Il monumento ad Alba, in piazza Savona, nel 1977.

Poi, però, viene sequestrata per due anni e fatta oggetto di atti di vandalismo nel corso delle esposizioni. «In ultimo, provoca 4 denunce per vilipendio (tutte risolte favorevolmente in fase istruttoria)», spiega Scarsi. «Nel 1983, dopo aver peregrinato in una ventina di città (Alba, Bra, Saluzzo, Torino, Verona, Mantova, Reggio Emilia, Brescia, Cremona, Desenzano del Garda, ecc), il monumento trova la sua collocazione ad Acri (Cosenza), per la disponibilità dell’amministrazione di allora ad esporlo permanentemente, condividendo gli ideali di cui il monumento è portatore».

Monumento_OGGI

La foto mostra il destino attuale del monumento. «Da circa 15 anni il monumento si trova in stato di abbandono in un deposito comunale, e nonostante le pressioni di alcuni cittadini, le varie amministrazioni che si sono succedute ad Acri non hanno dimostrato interesse a una sua ricollocazione. Questo abbandono ha causato un parziale deterioramento dell’opera. Siccome ritengo che i significati della scultura abbiano la loro fresca attualità nell’essere “contro la guerra” e l’essere dalla parte di chi l’ha subìta, vorrei dare una seconda chance al monumento, anche spronato dalla posa ufficiale di alcuni monumenti alla diserzione-obiezione sia in Francia che in Inghilterra. Per restaurarlo e consentirne una re-inaugurazione nel centenario dell’entrata in guerra dell’Italia, l’Amministrazione Comunale di Acri deve rendersi disponibile ad una restituzione momentanea dell’opera, ma al momento tutto tace e dal Comune di Acri non ricevo risposte di nessun tipo. Ho deciso di andare sul posto per verificare la situazione, e vedrò di essere in Calabria il 5 giugno: nel caso di esito positivo nella trattativa con il Comune, approfitterò di un viaggio di ritorno da Bari di un camion della ditta canalese Sandri trasporti per ”imbarcare” il monumento che avrà bisogno di un significativo restauro» dettaglia l’autore.

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