Mentre si continua a parlare senza interruzione di treni ad alta velocità, quasi mai si sente di quelli «che vanno piano», alla fine quelli più utilizzati dai pendolari. Le risorse destinate all’ultimo scalino del trasporto su rotaia sono scarse e si capisce poco il perché venga data la precedenza alle grandi opere.
Da una statistica recente, dei sessantamila pendolari piemontesi che ogni giorno si spostano con il treno circa un terzo viaggia sulla Torino-Milano. Questa è la linea piemontese più utilizzata: negli ultimi mesi i ritardi sono in leggero calo, ma i problemi restano parecchi. «Le cause dei ritardi – spiega Cesare Carbonari, portavoce del Comitato spontaneo pendolari Torino-Milano – sono molteplici e sempre giustificate dalle Ferrovie dello Stato con argomenti che da 15 anni tormentano gli utenti di una delle linee più redditizie del Paese. Non si tratta di un problema locale: ogni giorno tre milioni di italiani, utilizzando i vecchi treni regionali, rischiano il posto di lavoro. Alcuni di loro, esasperati dai ritardi, decidono di utilizzare l’auto».
Quali possono essere le soluzioni? Carbonari non ha dubbi: «La nostra classe dirigente dovrebbe preparare un piano nazionale sui trasporti finalizzato al potenziamento e al miglioramento delle vecchie linee regionali raddoppiando i binari unici sulle tratte Torino-Pinerolo, Fossano-Cuneo e Chivasso- Aosta, elettrificando le linee che ancora viaggiano a combustibile e costruendo nuovi treni». Ma la politica, secondo Carbonari, sembra avere altri interessi: «Qualche pendolare torinese ironicamente ipotizza la ricerca di un lavoro a Lione, mentre la quasi totalità pensa che l’Alta velocità e la Tav siano ormai le cause dell’abbandono totale – da parte della politica e, di conseguenza, delle Fs – di investimenti per fare quello che altri Paesi vicini, hanno fatto da tempo. Oltralpe i pendolari non organizzano comitati e associazioni per protestare come accade da noi». Che i treni “veloci” siano considerati di serie A è dimostrabile analizzando la precedenza sui binari in caso di ritardo: i Freccia rossa hanno la priorità sui Freccia bianca (ex Intercity), i quali hanno la precedenza sui regionali (che comprendono anche gli ex interregionali come il Torino- Milano). Se i ritardi sono rilevanti i treni di categoria superiore possono superare quelli di categoria inferiore, che si devono fermare per consentire il sorpasso. Questa situazione crea di fatto anche passeggeri di serie A (quelli che sborsano 295 euro), di serieB (coloro che acquistano la Carta tutto treno da 120 euro all’anno da sommare all’abbonamento dei regionali) e di serie C (i passeggeri del regionale che si abbonano a 97,50 euro). Al minimo disagio i passeggeri di serie C accumulano ritardi che pesano in maniera non indifferente sulla qualità della vita professionale e familiare.
Secondo i dati del Comitato spontaneo Torino-Milano sono circa 150 i pendolari che viaggiano quotidianamente sulla linea ad alta velocità, mentre sono circa ventimila quelli che usufruiscono dei due tipi di convoglio più lenti. Anche Alba è interessata dal fenomeno dei pendolari. I lavoratori e gli studenti che ogni giorno si spostano verso Torino conoscono l’odissea alla quale sono costretti. Nei giorni feriali c’è un solo treno in partenza alle 6.55 da Alba, con arrivo alla stazione Porta Nuova alle 8. Lo stesso diretto parte dal capoluogo piemontese alle 18.45 con arrivo ad Alba alle 19.50. Tutti gli altri locomotori costringono i passeggeri al cambio a Cavallermaggiore o Bra con lunghe attese.
A febbraio Gazzetta aveva riportato la notizia di una richiesta formale alla Regione per comunicare le esigenze dei pendolari albesi, in cui si chiedeva l’istituzione di almeno un’altra coppia di treni andataritorno in grado di collegare le due città. Oltre a questa richiesta, presentata dal Comitato pendolari Alba-Bra, anche altri comitati si sono aggiunti per protestare contro i tagli della Regione al capitolo trasporti fino a presentare ricorso al Tribunale amministrativo. «Una richiesta che molto probabilmente non troverà accoglienza », dice Giovanni Bosticco, assessore ai trasporti di Alba. «In un primo momento pareva che ci fosse la possibilità di destinare cinque milioni per migliorare i trasporti, ma poi il costo è lievitato a otto milioni. Oggi abbiamo nessuna novità e penso che le speranze siano poche. Ma – continua Bosticco – credo che si avvierà già dal 2012 il bip (biglietto integrato piemonte) con il quale si potrà viaggiare su qualsiasi mezzo di trasporto, dal bus alla bicicletta, con lo stesso biglietto».
Maurizio Bongioanni