Tibunale di Alba, si esamina il ricorso

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ALBA Ha preso tempo per studiare la situazione il giudice del lavoro del Tribunale di Alba che mercoledì scorso è stato chiamato a valutare il ricorso presentato da 24 dipendenti del palazzo di giustizia contro gli “interpelli” ricevuti dalla Corte d’Appello di Torino. Si tratta degli atti con cui i dipendenti sono stati invitati a presentare domanda di trasferimento nei posti vacanti degli uffici giudiziari del Distretto a seguito della soppressione del Tribunale Alba e del suo accorpamento con quello di Asti.

Nel ricorso il personale giudiziario, assistito dagli avvovati Vittorio Barosio, Roberto Ponzio e Giorgio Sobrino, ha chiesto la sospensione dei trasferimenti e che gli atti siano inviati alla Corte costituzionale affinché si esprima sulla legittimità dei provvedimenti.

«Abbiamo fatto presente al giudice», spiegano i legali, «che se non venisse sospesa l’efficacia dei provvedimenti impugnati, la vita dei ricorrenti e l’organizzazione del tribunale sarebbero sconvolte».

In vista della scadenza del 13 settembre, infatti, i dipendenti del palazzo di giustizia dovrebbero attrezzarsi per il trasferimento in una nuova sede di lavoro, trovando nuovi alloggi e iscrivendo i propri figli in nuove scuole.

«Se poi la Corte costituzionale – che in ogni caso sarà chiamata a decidere a seguito delle cause avviate di fronte ai tribunali di Pinerolo e Montepulciano – dovesse stabilire che le norme sono illegittime», aggiungono, «il nostro tribunale sarebbe salvo, ma in evidente soqquadro, con dipendenti e magistrati trasferiti. Al disagio dei dipendenti si aggiungerebbero costi per la pubblica amministrazione per ripristinarne la funzionalità».

Nel corso dell’udienza il giudice ha poi respinto la costituzione in giudizio del Ministero della giustizia, visto che nei giorni scorsi si era già costituita l’Avvocatura dello Stato. «Per le amministrazioni pubbliche», spiega l’avvocato Ponzio, «le difese non sono cumulative, ma alternative».

ro.bu.

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