ALBA Dovrebbe riaprire, gradualmente, nel corso del 2017 il carcere Giuseppe Montalto di Alba, chiuso dall’inizio dell’anno dopo un’epidemia di legionella.
Secondo il garante regionale dei detenuti, Bruno Mellano, che ha fatto il punto con i vertici romani dell’amministrazione penitenziaria, entro breve dovrebbe essere stilato il cronoprogramma dei lavori di ristrutturazione da eseguire sul complesso: i cantieri dovrebbero essere aperti entro la fine del 2016 in modo che, poco alla volta, la casa di reclusione albese possa tornare operativa nei mesi successivi.
Il Montalto di Alba contava 140 posti; i detenuti sono stati trasferiti in altre strutture piemontesi così come gli agenti in servizio (destinati ad Asti, Saluzzo e Cuneo) non senza polemiche.
Contributo da 2 milioni di euro
Già nel marzo scorso era arrivata la notizia del contributo di 2 milioni di euro che sarebbe stato destinato agli interventi più urgenti sul carcere di Alba proprio in vista di una, almeno parziale, riapertura della struttura a fini detentivi. Il progetto di restauro, però, ha una stima complessiva di costi di oltre 10 milioni di euro.
A determinare il trasferimento dei detenuti altrove era stato il propagarsi del batterio della legionella probabilmente attraverso l’impianto idrico della casa di reclusione, costruita negli anni ’80 e attiva dal 1987.
A necessitare di un radicale aggiornamento, oltre all’edificio, però, è anche la scheda che identifica il carcere sul sito Web del Ministero della giustizia: secondo il portale, la casa di reclusione diretta da Giuseppina Piscioneri, con i dati aggiornati ad agosto 2015, ospita 120 detenuti e non è fatto nessun cenno alla chiusura temporanea della struttura.
A proposito di carcere, il Consiglio regionale del Piemonte ha pubblicato il mese scorso un vademecum dedicato alle funzioni dei garanti con una carrellata sullo stato dell’arte del settore carcerario piemontese.
e.a.
