LA STORIA Da Montà alla notte degli Oscar a Los Angeles: è questo il viaggio compiuto da un sinuoso abito color cipria, arricchito da preziosi ricami e da dettagli che ricordano una cascata di fiori.
A pensarlo e confezionarlo in ogni dettaglio è stata Silvia Visca. Quarant’anni, mamma di due maschietti di undici e sei anni, ha aperto la sua sartoria nel paese roerino quando aveva vent’anni. «Ero giovanissima quando ho trovato la mia strada e mi sono messa in proprio. Da quel momento, mi sono sempre retta solo sulle mie forze e ho imparato tutti i segreti del mestiere sul campo», racconta Silvia, che ha gestito il suo atelier da sola.
«A chi mi chiede se sono una sarta o una stilista, non so bene che cosa rispondere: la verità è che sento di appartenere a entrambe le dimensioni. Ciò che è certo è che ogni giorno svolgo la mia professione con grandissima passione», prosegue.
E forse è proprio quest’ultima, unita al talento e all’impegno, ad averla portata ai traguardi raggiunti nell’anno appena trascorso: dall’abito che la giovane attrice cuneese Flavia Monteleone ha indossato per l’edizione 2017 degli Oscar a quello che quest’ultima ha scelto di sfoggiare alla Mostra del cinema di Venezia a settembre.
Silvia racconta, emozionata, com’è nata questa collaborazione: «Lo scorso anno, durante una sfilata organizzata da Confartigianato nella chiesa di San Domenico ad Alba, ho avuto l’occasione di presentare alcune mie creazioni. È qui che ho conosciuto Flavia, che allora era alla ricerca di un abito per gli Oscar e che ha subito apprezzato il mio stile. Dopo il successo avuto in quell’occasione, mi ha chiesto di pensare a un secondo modello per Venezia: è stato incredibile vederla calcare il tappeto rosso, posando davanti agli obiettivi dei fotografi di tutto il mondo, con abiti da me pensati e realizzati!».
E subito dopo sono arrivati per la stilista montatese altri importanti riconoscimenti, a partire dal premio per l’eccellenza artigiana consegnatole a Torino a inizio dicembre. Ma per arrivare fino a qui, per essere mamma e imprenditrice allo stesso tempo, la strada non è stata facile: «Quando i bambini erano piccoli, mi sono trovata più volte sul punto di mollare: mi sembrava impossibile seguire l’atelier e dedicarmi a loro a tempo pieno. Per certi versi, sono state le mie clienti a darmi la spinta decisiva per andare avanti», ricorda Silvia, che conclude: «Per fortuna, ho realizzato che il mio mestiere è prima di tutto la mia più grande passione e che per questo rappresenta una grande risorsa a livello emotivo, fondamentale non solo per me, ma anche per la mia famiglia. Oggi sono molto felice di essermi messa in gioco: spero che il 2018 possa proseguire in questa direzione».
Francesca Pinaffo
