LA STORIA Anna ha 16 anni e studia al liceo: «C’è un rituale tra i giovani dai 16 ai 24 anni. Trovarsi insieme al bar prima della discoteca, per socializzare o per tanti motivi. La parola d’ordine è una sola: shottini. Si tratta di mini bicchieri che si riempiono con vodka pura o aromatizzata, con tequila, malibu (rum con succo di noce di cocco) o sambuca. Se ne bevono anche due o tre. I cocktail con poco alcol non vanno molto, c’è invece richiesta di Cuba libre (Coca cola con rum) di vodka e Gin lemon. Lo spritz va sempre, la grappa poco. Non c’è richiesta di vini. Alcuni arrivano a bere 4 o 5 drink prima dell’ingresso in discoteca».
Quella di Anna è la storia di tanti giovani che una volta alla settimana praticano il binge drinking, ovvero un rituale pericoloso per la salute che consiste nell’assunzione di dosi elevate di alcolici in un breve lasso di tempo, per raggiungere in modo rapido l’ebbrezza. L’Istat rivela che la popolazione tra i 18 e 24 anni, è quella più a rischio per il binge drinking, molto frequente durante i momenti di socializzazione, come ha dichiarato il 17% dei ragazzi (21,8% dei maschi e 11,7% delle femmine), e in particolare tra i 16 e i 17 anni questa pratica raggiunge livelli superiori rispetto a quelli medi della popolazione. Uno studio condotto dai ricercatori del policlinico Gemelli di Roma, mostra come questa pratica porti alla dipendenza da alcol.
c.w.
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