Il gruppo montatese della Caritas dà aiuto a 43 famiglie

Il gruppo montatese della Caritas dà aiuto a 43 famiglie

CARITAS Il gruppo interparrocchiale Caritas di Montà è nato nel 2010 su volontà dell’allora parroco don Domenico Degiorgis e dal 2018 si è unito a quello di Santo Stefano Roero. Oggi è composto da 22 volontari, che si occupano di aiutare chiunque ne faccia richiesta, e da 126 tesserati, che, versando una quota annuale di 5 euro, contribuiscono al sostegno economico del gruppo. Sono 43 i nuclei familiari a cui viene dato aiuto: 39 di Montà e 4 di Santo Stefano Roero. Di questi poco più di un terzo (15) sono stranieri.

«I canali attraverso i quali tentiamo di alleviare le situazioni difficili sono diversi. Innanzitutto abbiamo il centro di ascolto che serve per raccogliere e gestire le richieste che arrivano dall’esterno. Chiunque può passare da noi: negli uffici parrocchiali montatesi, tutti i giovedì dalle 9 alle 11, e nella parrocchia di Santo Stefano, tutti i venerdì dalle 9 alle 11 per chiedere aiuto direttamente o segnalarci casi delicati», affermano i volontari. «Poi c’è il servizio di banco alimentare, attraverso il quale distribuiamo mensilmente dei pacchi di beni di prima necessità agli individui o alle famiglie più bisognose, e l’armadio di san Vito, che serve per consegnare una volta alla settimana (nella canonica della frazione, il martedì dalle ore 15 alle 16) abiti e vestiti usati a chi ne ha necessità», proseguono i componenti della Caritas. L’associazione segue anche una cinquantina di bambini ai quali paga il doposcuola, le attività estive e la fornitura di materiale scolastico.

«Tentiamo anche di creare offerte di lavoro facendo da tramite tra chi è in cerca di un’occupazione e le varie realtà economiche locali e cerchiamo di contribuire al pagamento dell’affitto a chi rischia di perdere la casa», aggiunge la Caritas di Montà, che collabora con diverse realtà locali: Comune, scuole, associazione AMOntà, servizi sociali e Croce rossa. «In questo contesto la pandemia non ha di certo aiutato. Possiamo stimare un aumento delle richieste di circa il 10%, soprattutto dei pacchi alimentari, ma la percentuale avrebbe potuto essere più alta se non fosse che diverse famiglie straniere, avendo perso il lavoro, sono emigrate. I più colpiti sono stati i nuclei familiari con genitori dai 35 ai 50 anni e con tanti figli: la cassa integrazione non pagata e le limitazioni di orario di lavoro hanno penalizzato famiglie già socialmente ed economicamente fragili», sottolinea la Caritas.

«Al di là dei numeri, la crisi ha ulteriormente colpito chi già viveva in condizioni precarie di lavoro. Per molti si è accumulata una situazione debitoria da cui difficilmente riusciranno a venire fuori anche con la ripresa dell’attività lavorativa», aggiungono i volontari che, per fare fronte a questa emergenza, hanno attivato diverse iniziative mirate a raccogliere beni alimentari extra e hanno istituito un fondo straordinario di solidarietà. «Finora abbiamo raccolto quasi settemila euro ma chiunque può contribuire a incrementarlo con donazioni agli uffici parrocchiali o via bonifico bancario (Iban IT61H03111465100 00000016132)».

Per sostenere le attività il gruppo Caritas mette in campo un bilancio annuale di circa 20mila euro, 8mila dei quali coperti dal contributo dell’8 per mille. Il resto è frutto delle offerte. «Viviamo in una comunità davvero generosa. Siamo fortunati perché di questi tempi non è scontato», concludono i volontari Caritas.

Andrea Audisio

Nel Roero sono attivi anche i sodalizi di Cinzano, Canale e Magliano Alfieri

È trascorso un anno dalla chiusura che ci ha costretti a isolarci nelle nostre case. Chi non ha smesso di dedicarsi al prossimo sono i tanti gruppi di volontari che, come abbiamo raccontato diverse volte, hanno rappresentato un punto di riferimento per molte persone. Tra questi ci sono indubbiamente i diversi gruppi Caritas di Pollenzo-Cinzano, Montà, Canale e Magliano Alfieri. Il nostro territorio rispecchia una realtà globalizzata, con una popolazione attiva, tra cui molti immigrati integrati o alla ricerca di un’assimilazione. In questa realtà, raccontano da Pollenzo «non si può sottovalutare l’acuirsi
di bisogni e richieste da parte della popolazione». Le richieste d’aiuto riguardano in primo luogo beni di prima necessità. Pertanto si interviene attraverso il banco alimentare, con vestiario (specialmente per i bambini), mobili e sussidi economici per provvedere agli affitti, al pagamento delle utenze, ai trasporti, all’assistenza medico-sanitaria. Per rispondere al meglio alle esigenze di queste persone i gruppi hanno stretto legami ancora più forti soprattutto con i Comuni, i gruppi di Protezione civile e i servizi sociali competenti, senza tralasciare sodalizi come AMOntà che si è rivelata preziosa nel sostegno ai minori,
nel doposcuola e nelle attività estive.

Il gruppo montatese della Caritas dà aiuto a 43 famiglie 1

Rispetto al futuro che ci attende, da Canale si rileva: «C’è un maggior numero di persone che hanno perso il lavoro o si sono visti ridurre l’orario. Ci sarà un aumento della popolazione fragile se non si metterà in campo una robusta ripresa economica». Invece, un messaggio di speranza arriva da Magliano Alfieri: «Siamo convinti che i mondi opposti del benessere e della povertà economica e sociale debbano parlarsi. La consapevolezza reciproca è molto importante, a partire dalla scuola. È necessario stimolare l’aiuto a coloro che si trovano nel bisogno. Può essere il segno di una società nuova e più giusta». E per far sì che queste parole non restino solo sulla carta si può sostenere la Caritas anche attraverso l’8 per mille. L’associazione in questi mesi si è rivelata preziosa non solo per chi ha bisogno ma anche perché ha contribuito ad alimentare quella solidarietà senza la quale saremmo tutti più poveri.

Roberto Savoiardo

Banner Gazzetta d'Alba