AMBIENTE Dal 21 marzo 1970, la prima Giornata mondiale della Terra arrivata oggi (giovedì 22 aprile) all’edizione numero cinquantuno, è trascorso più di mezzo secolo eppure il pianeta continua a fronteggiare problemi crescenti in fatto di emissioni di gas nocivi, inquinamento e innalzamento delle temperature: un dato che, nemmeno i lunghi mesi del fermo, imposto dalla pandemia ad alcune attività economiche e agli spostamenti, nel 2020, sembra aver ridimensionato.
I rilevamenti condotti ad aprile hanno segnato anzi un picco di emissioni di anidride carbonica in atmosfera (420 parti per milione) preoccupante: il tema verrà affrontato nella maratona per il clima e l’ambiente, in onda dalle 7.30 di stamane (e fino alle 20,30) dagli studi Rai di Milano, sul canale Raiplay con una serie di collegamenti anche agli altri programmi dell’emittente nazionale. «Ripariamo il Pianeta» è il tema scelto per la nuova edizione della manifestazione alla quale farà da cornice l’incontro, via web, dei 17 capi delle nazioni responsabili dell’80 per cento delle immissioni inquinanti, promosso dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden per imprimere una svolta alle politiche globali.
Mobilitata, a distanza, anche la comunità Laudato sì Gazzetta d’Alba che, con una nota stampa, ha aderito alla rassegna per contrastare «un disastro climatico e ambientale annunciato», si legge. E ancora, più oltre: «La pandemia che sta sconvolgendo la vita del pianeta, l’aggravarsi delle differenze e diseguaglianze fra ricchi e poveri, fra paesi industrializzati e quelli poveri del pianeta, le guerre, sono forme di un male profondo che sta minando la sopravvivenza di tutte le specie su questo pianeta». Gli estensori concludono con un appello: «Ognuno di noi è chiamato a diventare consapevole e a fare, anche con piccoli gesti, qualcosa per arrestare ciò che sta succedendo»
