TORINO Gennaio è il mese dei buoni propositi e del desiderio di cambiamenti, in cima alle priorità c’è quasi sempre la voglia di rimettersi in forma, mangiare bene e affrontare il nuovo anno con un regime alimentare sano. Ed è proprio in questo che Veganuary, il più grande movimento vegan del mondo, ha scelto di stimolare le persone a provare un’alimentazione vegetale: nel 2021, più di 580mila persone nel mondo hanno partecipato al movimento, dimostrando un interesse e una propensione a uno stile di vita più sostenibile. In occasione della campagna, l’app leader per ordinare on-line cibo a domicilio, Just Eat, ha presentato i risultati della ricerca condotta insieme a Bva Doxa per esplorare la propensione degli Italiani rispetto alla dieta vegana e vegetariana. Torino risulta tra le città più attive nel food delivery di cucina vegana.
Il food delivery e l’ascesa della cucina vegana a Torino
L’Osservatorio di Just Eat conferma un’evidente crescita di ristoranti che offrono cucina vegana nel capoluogo piemontese, che hanno registrato un aumento di quattro punti percentuali lo scorso anno, dopo già un’importante crescita nel 2020 (+24 per cento). Tra questi spiccano La Veg Epoque con panini, primi, insalate e dolci in chiave vegana, Selezione Naturale con stuzzichini, primi e dolci vegani, e la proposta di Bowl e Insalate di Insalateria.
Gli italiani e il mondo Vegan
La scelta di consumare piatti vegani a casa, motivata da un’attenzione alla salute o dal basso impatto ambientale, riguarda quasi un italiano su due. Non manca anche la sperimentazione fuori casa, con il 28 per cento degli italiani che ha ordinato piatti di questo tipo al ristorante , e il 19 per cento che ha cenato in ristoranti specializzati in cucina vegana. Il 39 per cento ha invece acquistato spesso prodotti al supermercato, grazie anche all’ascesa dei sostituti della carne, che 9 italiani su 10 dichiarano di conoscere, o di aver provato/acquistato (20 per cento). La scelta di questi prodotti è motivata dal loro elevato contenuto di verdure (42 per cento), mentre tra chi non li ha mai provati (80 per cento) circa la metà (46 per cento) si dichiara molto/abbastanza favorevole all’acquisto.
l.g.
