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Alba jazz winter, in musica il Diario di Beppe Fenoglio

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L'Alba Jazz orchesta all'inizio del concerto di luglio, poi rimandato per pioggia

ALBA Era stata proprio la pioggia – un «principio di pioggia», elemento tutt’altro che fuori posto nelle pagine di Beppe Fenoglio – a interrompere la scorsa estate la prima esecuzione pubblica di Ego scriptor, l’omaggio musicale al Quaderno n. 7 dello scrittore di Alba composto da Fabio Giachino, che sarà riproposto il 3 febbraio dall’Alba jazz orchestra. Il quaderno – un vecchio, sobrio quaderno scolastico – fa parte di quelli usati in vita da Fenoglio per scrivere o mettere in pulito le più svariate prove: traduzioni poetiche e in prosa, epigrammi, racconti e progetti narrativi di più ampio respiro… Tra le carte postume ordinate dai filologi, il numero 7 contiene quella che di fatto è un’opera intenzionalmente architettata e ben definita, secondo un genere preciso: un diario, ideato nell’estate del 1954, frutto degli appunti presi su foglietti che nelle sue tasche non mancavano, come diversi amici e testimoni hanno riportato. Una selezione di quegli appunti, riscritti, dotati di un titolo e connessi come si monta un film, è andata a comporre un’opera che, potremmo dire, ha per protagonista uno scrittore in un momento di destabilizzazione, di forti contrasti, di fronte alla domanda più estrema: posso dirmi davvero uno scrittore? Devo continuare a scrivere?

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Beppe Fenoglio al bar del Savona di Alba ©Aldo Agnelli

La risposta è sì, e il diario-quaderno ne è la prima e più diretta prova, con le sue dichiarazioni di poetica (così rare e incidentali, in Fenoglio), e la convinzione che la sua vocazione di scrittore resta e resterà sempre irriducibile, a dispetto della sua «fatica nera» nonché dell’approvazione pubblica, o dei premi letterari che non gli tolgono, dirà poi, né il sonno né l’appetito. Ecco perché in testa al quaderno, come epigrafe che introduce e segna, mette una citazione impietosa e obbligante, da Lev Šestov: «Lo scrittore, fintanto che scrive, rappresenta un certo valore, ma al di fuori delle sue funzioni è il più nullo degli esseri umani» (è, forse, l’unica cosa di questo filosofo russo che Fenoglio abbia letto, passando dal francese: ma, influenzato, l’ha adottata). La vocazione, la tensione al suo “funzionamento”, Fenoglio arriva a constatarla: «Una superba volontà di fare mi gonfia tutto, ma non ho il bersaglio su cui puntare come un proiettile» (da notare come nel diario di Pavese, uscito due anni prima e da Fenoglio assai probabilmente letto, ritorni la stessa metafora, ma in molti sensi al rovescio: quella dello scrittore che, finito il compito, è come un «fucile sparato»).

Il bersaglio Fenoglio lo trova (lo ritrova, sapendo bene dove cercarlo) nell’alta Langa, selvaggia, barbarica, «vergine letterariamente», da lui subito rivendicata come privata riserva. Quell’estate del 1954, mantenendo come epicentro San Benedetto Belbo, Fenoglio supera una intossicazione da «atroce crisi di dubbio»: non la prima, forse, ma certo la più forte, tale da motivarlo a farne il tema di un libro. Questo quaderno, appunto, in cui mette in scena sperimentalmente sé stesso, e da cui, accumulando sapientemente figure, suoni e materia (con occhio, orecchio da antiquario, pittore, ascoltatore), esce, nel pieno delle sue funzioni, con un frammento narrativo (Dopo pioggia: eccola di nuovo), la mira nuovamente, inesorabilmente presa. 

Edoardo Borra

Fabio Giachino: «Ho trasposto in sette brani le emozioni della lettura»

Fabio Giachino

L’Alba winter jazz, la rassegna proposta da Alba & Jazz, prosegue venerdì 3 febbraio alle 21 al teatro Sociale con Ego scriptor, brani originali composti da Fabio Giachino e ispirati al Quaderno numero 7, meglio conosciuto come il Diario di Beppe Fenoglio. Il concerto era in programma il 3 luglio, nella serata conclusiva dell’Alba jazz festival, ma il maltempo costrinse i musicisti a interrompere l’esibizione. Lo stesso Giachino, insieme al direttore artistico dell’associazione Fabio Barbero, è ideatore dell’Alba jazz orchestra che eseguirà i brani accompagnando il suo pianoforte.

I musicisti sono tutti piemontesi: Davide Liberti al contrabbasso; il batterista Ruben Bellavia; Enrico Degani alla chitarra; le cantanti Giulia Damico e Sonia Schiavone; i fiati Cesare Mecca, Gianni Denitto, Gianni Virone e Didier Yon. Spiega Barbero: «All’inizio dello scorso anno ci inviarono la proposta per partecipare in qualche modo alle celebrazioni del centenario fenogliano. Già da tempo pensavamo di istituire una formazione del genere e l’occasione è stata propizia. Il centro studi Beppe Fenoglio ci ha sostenuti moralmente ed economicamente. L’obiettivo sarà proporre ogni anno un omaggio ai grandi albesi. Per il 2024 stiamo già pensando a Pinot Gallizio. Nel frattempo, siamo disponibili ad andare in qualsiasi Comune richieda la nostra presenza. Il prossimo appuntamento con l’Alba winter jazz, ancora da definire, sarà  a inizio marzo, mentre la rassegna estiva si terrà dal 29 giugno al 2 luglio».

Secondo Giachino: «L’idea  di dare vita a una formazione stabile ce l’avevo da tanto. Sarà stimolante individuare nuovi anniversari per proporre lavori simili, organizzando repertori originali che vadano nella direzione narrativa. Vivo da diversi anni a Torino, le prove le svolgiamo qui, con molti dei musicisti coinvolti collaboro stabilmente. Il concerto è costituito da sette brani, come  il numero attribuito al quaderno. La durata è abbastanza variabile, essendoci una componente di improvvisazione. Si tratta di una mia libera interpretazione, ho cercato di trasporre in musica le sensazioni e le emozioni suscitate dalla lettura. Dal Diario non vengono fuori titoli specifici, ma il jazz è comunque, secondo me, il genere che più si avvicina a Fenoglio».

L’ingresso al concerto è gratuito; prenotazioni  sul sito www.beppefenoglio22.it.  

Davide Barile

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