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Con La quercia si resta scout per tutta la vita

Con La quercia si resta scout per tutta la vita

ALBA «Chi diventa scout lo resta per tutta la vita»: partendo da questa considerazione è stata fondata l’associazione La quercia; il presidente è Domenico Raimondo, che preferisce evitare gli accenni diretti a lui: «La legge richiede di nominare tale figura ma le decisioni sono condivise tra tutti; in questo l’associazione è un po’ anomala».

«La quercia rappresenta la solidità e la forza: ogni buon bosco nasce da questo albero. Infatti, dalle tredici persone iniziali ora siamo in 26 e ci troviamo una volta al mese nella stanza nel complesso diocesano di via Mandelli che ci è stata data come sede. Siamo persone che hanno fatto un’esperienza scout. Alcuni sono arrivati a essere guide, esploratori, scolte o rover e tutti siamo ancora affetti dal vizio del servizio», spiega Raimondo che pone le radici dell’albero nei giorni «del centenario della presenza scout ad Alba, festeggiato nel 2017; abbiamo iniziato organizzando una cena nei giardini del vescovado».

Con La quercia si resta scout per tutta la vita

Per capire cosa fa La quercia scout è utile elencare alcuni dati: nell’Albese operano quattro gruppi, Alba 1 (legato alla parrocchia di Cristo re), Alba 7 (Santa Margherita), Alba Roero (Mussotto e Duomo) e Canale. In tutto, sono circa 400 scout, facenti parte dell’Agesci (Associazione guide e scout cattolici italiani) e prosecutori degli insegnamenti di Baden Powell. «Innanzitutto supportiamo le attività dei ragazzi; la nostra età non è più adatta al servizio educativo diretto perché, più che fratelli maggiori, siamo spesso genitori con figli adulti e, a volte, nonni. Siamo però persone che hanno vissuto e gestito attività scout di ogni genere e pensiamo di poter mettere a disposizione la nostra esperienza per un supporto tecnico e logistico».

L’aiuto dei più esperti arriva, ad esempio, nell’organizzazione dei pasti durante campi e incontri: «Senza dover pensare a cucinare i ragazzi possono dedicarsi ai loro impegni. Siamo disponibili a coprire ogni esigenza. Nel 2021, con la ripartenza dopo il Covid-19, abbiamo sanificato tre campi, a San Benedetto, Entracque e Calizzano, permettendo di far arrivare, a turno, circa 1.200 scout da tutta la Granda».

La quercia scout ha dato vita a diverse iniziative: «Nell’anno del centenario abbiamo organizzato il grande fuoco di bivacco in piazza Pertinace e l’anno dopo, in San Giuseppe, l’incontro tra uno scout palestinese e uno israeliano» e ancora: la proiezione del film Aquile randagie, incentrato sulla clandestinità dello scoutismo in epoca fascista, il trasporto a piedi, in undici tappe, della luce della pace tra Alba e Limone Piemonte. «A ottobre proporremo dei convegni sui temi legati ai giovani», conclude Raimondo. 

d.ba.

Conservare la storia: 40mila foto sono già state recuperate

I componenti dell’associazione La quercia scout sono attivi anche per conservare la storia del movimento in città. Recentemente è stata rimessa a nuovo «l’area della croce di don Carlo Bertoldi a Bossolasco. Fu assistente ecclesiastico degli scout albesi e, mentre transitava in quel punto trasportando un tronco per l’attività di qualche squadriglia, a causa del ghiaccio perse il controllo del mezzo e morì».

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Per l’associazione, il presidente Domenico Raimondo porta avanti un lavoro d’archivio certosino. «A Roma ho trovato i dati dagli anni Quaranta in poi. Per il periodo precedente non abbiamo molto, l’attività fu discontinua e poi messa al bando. Le origini, negli anni Dieci, si devono a un Paolino, Giovanni Battista Marocco».

Per ogni scout albese, Raimondo sta compilando una scheda: «Parliamo di oltre 2.400 persone e il lavoro da fare è immenso. Ho raccolto 40mila fotografie e tutti gli articoli di Gazzetta d’Alba, dal 1915, in cui si fa menzione degli scout e ne sto trascrivendo i testi per renderli facilmente leggibili». 

Davide Barile

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