
ALBA I maneggi per maritare una figlia è forse la commedia più amata e celebre del repertorio di Gilberto Govi, fondatore del teatro dialettale genovese e considerato uno dei simboli della città della Lanterna.
La trama
Genova, anni ’50, Steva è un piccolo imprenditore semplice e mite, continuamente vessato dai rimbrotti dell’acida moglie Giggia. I due coniugi, non più giovanissimi, sono impegnati nella scrupolosa ricerca di un “buon partito” per maritare la loro unica figlia Metilde. La sgangherata selezione ha inizio, in un continuo andirivieni di candidati più o meno papabili che genera un crescente vortice di intrighi, malintesi, gag, battibecchi e risate. Per entrare nel personaggio Tullio Solenghi si sottopone ogni sera a una lunga sessione di trucco: il risultato è una trasformazione davvero strabiliante. «È una sorta di clonazione, scherza lo stesso Solenghi, penso sia necessario riportarlo sul palcoscenico nel modo più fedele possibile. Per me quella di Govi è una “maschera” senza tempo, paragonabile a quella di Arlecchino, ed è con questo rispetto e con questa dedizione che ho voluto interpretarlo». La scena e i costumi dello spettacolo sono realizzati da Davide Livermore che giocando con il bianco e nero omaggia le commedie goviane trasmesse in tv negli anni Sessanta.
