
ALBA Dopo oltre vent’anni di attesa, si chiude una vicenda che riguarda corso Piave. È quasi certo che verranno demoliti i ruderi del- l’intervento edilizio che fronteggia il condominio Alba verde, all’incrocio tra il corso e via Cesare Battisti.
La storia risale alla decisione degli eredi della famiglia Nano di edificare una nuova costruzione, sopraelevando i locali della precedente attività di produzione di arredi per bar. Ne derivò un contenzioso complesso con un confinante, che determinò il fermo dei lavori sino all’abbandono del cantiere, vista l’impossibilità di trovare un compromesso tra le parti. Del cantiere è rimasta la prima soletta e, in parte, le pile di sostegno del piano superiore incompleto.
Con il passare degli anni, la struttura è andata in rovina: all’interno, ha proliferato un gerbido accogliente per diverse specie di flora e fauna, mentre all’esterno la ruggine ha preso possesso delle parti metalliche esposte alle intemperie e prive di ogni manutenzione.
Nessuno dei tentativi fatti, anche da parte delle Amministrazioni che si sono susseguite in città, ha ottenuto risultati concreti, a parte la copertura dei ruderi con un telo oggi ammalorato, posto a mitigazione dell’impatto visivo su corso Piave e sulle case. La novità è che, negli ultimi giorni, i resti del vecchio cantiere hanno cambiato proprietà con l’acquisto da parte della ditta Dimar, che potrebbe pertanto modificare l’aspetto della zona.
Spiega l’assessora all’urbanistica Fernanda Abellonio, senza scendere ancora nei dettagli: «È stato compiuto un sopralluogo con i colleghi dell’edilizia pubblica e ci sono ottime premesse per un radicale cambio di direzione». Che cosa significa? «Anche se al momento non sono stati compiuti passi ufficiali, Dimar ha proposto di abbattere completamente il vecchio cantiere, rinunciando nel contempo a sfruttarne la cubatura. Vuol dire che non si procederà con nuove costruzioni. Il progetto è quello di demolire la facciata e svuotare del tutto la parte retrostante, compreso lo spazio occupato dalla precedente falegnameria. Se ne ricaverà uno spazio compreso di circa duemila metri quadrati, dove sarà realizzata una piazzetta, un parcheggio con accesso dal corso e un’area da destinare a verde pubblico». La progettazione e la realizzazione dovrebbero essere del tutto a carico del privato, mentre il Comune sarà coinvolto solo per la concessione delle autorizzazioni necessarie per procedere.
Conclude Abellonio: «Ritengo che si tratti di una scelta apprezzabile da parte del privato, anche nell’ottica di ridare vita a un tratto del corso da troppo tempo chiuso e senza prospettiva, nell’interesse di tutto il quartiere».
Beppe Malò
