
PENSIERO PER DOMENICA – PENTECOSTE – 19 MAGGIO
Tra le letture bibliche di Pentecoste, la più nota è il brano degli Atti (2,1-11). Lo Spirito santo non ha reso gli apostoli capaci di parlare più lingue, tant’è che Pietro, a Roma utilizzerà Marco come interprete! Il miracolo è stato che persone con lingue e culture diverse comprendessero il loro messaggio. Lo Spirito non fa diventare poliglotta chi parla, ma apre il cuore di chi ascolta. Aiuta a capire non solo la lingua, ma il messaggio. Oggi, per esempio, i leader russi e ucraini, israeliani e palestinesi capiscono le parole in inglese di Gutierrez o di papa Francesco, ma non per questo ne accolgono il messaggio di pace. Anche nelle nostre comunità, dopo 60 anni di liturgia in Italiano facciamo ancora fatica a far entrare il Vangelo nella nostra vita. Il Vangelo di oggi ribadisce questo concetto, mentre Paolo ci suggerisce come lo Spirito agisce nella nostra vita.

Lo Spirito ci aiuta a capire la Parola. Lo ha anticipato Gesù, in una delle promesse dello Spirito (Gv 16,12-15), in cui spiega come lo Spirito agirà nella nostra vita: «Prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». Non basta la Parola: senza lo Spirito non possiamo entrare nel mistero di Cristo. Anche oggi, lo Spirito sollecita e aiuta le comunità a leggere con verità la Bibbia. Lo Spirito però non asseconda la nostra pigrizia: per capire la Parola serve certo lo studio. Ma lo studio non basta a far sì che la Parola tocchi i cuori e cambi la vita. Questo è opera dello Spirito.
Lo Spirito è principio di vita nuova. Lo ricorda san Paolo ai Galati (5,16-25), chiudendo la lettera in cui ha ribadito con toni forti che la salvezza non è conquista umana, ma dono gratuito di Dio. Nel finale della lettera, scende nel concreto e, come facevano i filosofi greci, descrive prima com’è la vita di chi rifiuta lo Spirito (14 vizi che rovinano la vita), poi l’esistenza gioiosa di chi si lascia plasmare dallo Spirito: una vita piena di «amore, gioia, pace, pazienza, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dono di sé».
ANNO DELLA PREGHIERA – 16. Lo Spirito ci aiuta a pregare con la Parola. La promessa di Gesù secondo cui «prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà» ci dà un’indicazione per la preghiera, dove è importante l’ascolto. Il vertice è mettersi davanti a una pagina biblica e, dopo aver chiarito, con l’aiuto dell’esegesi cosa “voleva dire” il Signore, bisogna fermarsi in silenzio e chiedersi: “Cosa vuole dirmi o dirci” il Signore? Solo con l’aiuto dello Spirito riusciamo a calare la Parola nella vita e nei problemi di ogni giorno. Qualche volta occorre l’aiuto dello Spirito anche per reggere il peso di quella Parola, che ci appare impegnativa o impossibile da vivere.
Lidia e Battista Galvagno
