
CARO ENERGIA Dopo l’addio dato al mercato tutelato e la scesa in campo di quello libero, sono iniziati i guai. Le bollette di luce e gas arrivate regolarmente nelle case degli italiani hanno subìto delle impennate che non hanno lasciato indenni, secondo le stime, oltre un milione di famiglie.
Se il prezzo dell’energia elettrica incide in modo meno significativo, è il gas che desta maggiori preoccupazioni e che, in generale, ha una ricaduta maggiore sulle tasche degli italiani. Ad Alba il settore energetico traballa da un po’ con la ormai nota “crisi Egea”, ma il dibattito sui rincari delle bollette è una questione esaminata a livello nazionale.
Cuniberto: «Il prezzo del gas scende, ma noi paghiamo bollette sempre più pesanti»
Una situazione che, considerando il prezzo del gas riportato da Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), avrebbe dell’incredibile. Ne abbiamo parlato con Cesare Cuniberto, oggi presidente di Comuneroero, con una brillante carriera alle spalle proprio in campo energetico. «La situazione ha incominciato a destare alcune preoccupazioni da inizio anno, soprattutto perché il prezzo del gas, da novembre a febbraio, a parte un lieve aumento a gennaio, ha registrato una forte riduzione. Invece noi ci troviamo con bollette sempre più pesanti».

Le motivazioni sarebbero riconducibili a due fattori: il primo riguarda il già citato mercato tutelato, sparito per volere del Governo per lasciare spazio a quello libero. «Non si tratta di un’imposizione europea, ma di una scelta prettamente governativa, un impegno preso nel Pnrr sulla base delle richieste europee in termini di concorrenza». Un adeguamento che però sarebbe arrivato in un momento poco consono. «Abbiamo il prezzo della materia prima ancora molto volatile per le incertezze dovute alle guerre e al post pandemia. A mio avviso in una situazione di così grande fragilità eliminare il prezzo tutelato è un errore, si sarebbe dovuto aspettare ancora qualche anno».
A ciò si aggiunge l’aumento dell’Iva dal primo gennaio, passata dal 5 per cento al 22.
Come spiega Cuniberto, sono tre i fattori che compongono una bolletta: «Il 40 per cento è rappresentato dal costo della materia prima, cioè da ciò che gestisce il fornitore, il 30 dalle imposte, e un ulteriore 30 sono gli oneri di sistema e i costi di trasporto. Il 60 per cento è fisso, perciò serve considerare con attenzione il 40».
I consumatori non sarebbero stati informati
Prima di gennaio 2024, per il mercato tutelato il prezzo della materia prima era calcolato tutti i mesi dall’Autorità dell’energia sulla base di un parametro nazionale che considera i prezzi medi dell’energia a livello internazionale. Il valore era pubblicato ogni mese e utilizzato anche come riferimento per chi era nel mercato libero. «Per il futuro gli esperti prevedono un aumento dei prezzi dovuto alla condizione internazionale». Un ulteriore problema ha riguardato la comunicazione: i consumatori non sarebbero stati avvisati. Tutti i venditori hanno svolto un’ampia pubblicità, anche abusiva.
Tuttavia la situazione è variegata. Il passaggio al mercato libero non è stato obbligatorio. «Per chi ha fatto nulla l’operatore è stato obbligato ad applicare, dal primo gennaio e per un anno, un contratto di transizione chiamato Placet (prezzo libero a condizioni equiparate di tutela). I prezzi sono decisi dal commerciante secondo una regolamentazione dell’Autorità. Se proseguire con la tariffa dopo l’anno sarà una decisione dell’operatore».
A questi si aggiungono i clienti vulnerabili, cioè coloro che hanno più di 75 anni, che hanno difficoltà economiche o disabilità, per i quali continua a esistere il mercato tutelato. «Questo conferma la non maturità del mercato dell’energia. La maggior parte dei cittadini non sa e subisce». Saper leggere una bolletta può rivelarsi vantaggioso. Il cittadino deve considerare due fattori: il costo della “materia prima” e la “quota fissa” (una somma mensile, che si aggira intorno ai 144 euro all’anno, 64 per i vulnerabili).
«Sarà il commerciante più scaltro a guadagnare e a perdere i consumatori»
Ma facciamo un passo indietro: il mercato tutelato esiste da sempre, prima del Covid-19 il valore dell’energia era stabilizzato e il costo basso. I clienti erano quasi tutti nel tutelato, i prezzi degli operatori praticamente corrispondevano. I nuovi soggetti che volevano agganciare clienti offrivano tariffe da mercato libero migliori rispetto alle altre. Poi si è passati al decreto Aiuti bis del Governo Draghi che, in vigore dal 10 agosto 2022 al 30 giugno 2023, ha vietato agli operatori di cambiare le tariffe per gli utenti con i contratti non in scadenza. «Gli sconti potevano arrivare al 20 per cento. Se oggi i riferimenti svaniscono è una giungla, a guadagnare sarà il commerciante più scaltro e a perderci i consumatori». Chi non può pagare può chiedere di rateizzare mentre aumentano le richieste di aiuto ad associazioni come la Caritas.
Elisa Rossanino
