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Scambi di favori nel mondo enogastronomico piemontese con la guida di Luca Ferrua

Lo stesso metodo era utilizzato anche in altre occasioni, coinvolti nell'indagine anche i vertici di Visit Piemonte

Dal fritto misto
Luca Ferrua (Facebook)

TURISMO Il mondo dell’enogastronomia ha iniziato a tremare dopo l’avvio dell’indagine che vede protagonista Luca Ferrua, il direttore del Gusto, la rivista del gruppo Gedi dedicata all’alimentazione e al mondo del cibo, e la sua società di promozione turistica Rosfert.

Nell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Enrica Gabetta e dalla sostituta Elisa Buffa, le accuse sono di corruzione e turbativa della scelta del contraente, Ferrua avrebbe ottenuto benefici (soldi) per costi non sostenuti o falsamente dichiarati in occasione della manifestazione culinaria “Fricassé ‘d Baudissé an girula” (dedicata al fritto misto) grazie all’appoggio di un consigliere con delega al turismo del comune di Baldissero torinese, Federico Costa.

L’organizzazione della manifestazione era stata, infatti, affidata all’associazione locale Pinin Pacot appoggiata dalla Rosfert coinvolgendo dunque Ferrua e la sua socia, Maria Ursillo, nonché ex compagna di Costa. I fondi distribuiti ammonterebbero a 69mila euro, 19 stanziati direttamente dal Comune di Baldissero e 50 dalla Regine Piemonte, grazie all’intervento degli ultimi due protagonisti della vicenda:  Giuseppe Carlevaris e Alessandro Zanon, rispettivamente presidente e direttore di VisitPiemonte, a cui è contestato il reato di turbativa.

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera: « Sotto la lente della Procura sono finiti alcuni progetti piemontesi che coniugano cibo e territorio oltre a Fricassé ‘d Baudissé an girula, anche Il gusto delle Alpi, We are Piemonte-Usa e Oro Monferrato. Eventi che, secondo l’accusa, i vertici di Visit Piemonte avrebbero affidato alla Rosfert «senza gara e con interlocuzioni sulle clausole del bando».

Ad aprire il vaso di pandora sarebbe stata la consigliera d’opposizione di Baldissero Paola Chiesa, che ha effettuato un accesso agli atti per capire come fossero stati spesi i 69mila euro della rassegna dedicata al frittp0 misto svoltosi tra ottobre e dicembre 2023. La donna insospettita aveva poi depositato un esposto in Procura.

Spiega ancora il Corriere della Sera: Nel documento finito sulla scrivania dei Pm si evidenziavano diverse anomalie nelle spese e nelle rendicontazioni: 5mila euro per la partecipazione a un’iniziativa al teatro del Gusto di Bologna e altrettanti per un secondo appuntamento al Circolo della Stampa a Torino, 4mila per una campagna social, 7mila e 500 per un video, 10mila per la rassegna stampa, 3mila e 500 per due cene in altrettanti ristoranti della zona. «Ciò che non quadrava-spiega ancora Chiesa-era la sproporzione tra i costi e il risultato: in paese non è mai stata affissa una locandina e sui social sono stati fatti un paio di post, chi ha partecipato alla cena ha pagato il conto a prezzo pieno».

Uno scambio di favori ormai collaudato che avrebbe interessato anche altri eventi di carattere gastronomico in tutto il Piemonte.

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