
LA STORIA La Mille Miglia 2024 si è svolta dall’11 al 15 giugno, con partenza da Brescia, passaggio da Roma e ritorno a Brescia. Fino a pochi giorni prima dell’avvio, il percorso della seconda tappa, da Torino a Viareggio, prevedeva il passaggio ad Alba e sulle colline delle Langhe. L’organizzazione ha in seguito modificato leggermente l’itinerario, passando comunque per il Roero e il Monferrato.
Tra gli albesi vi è un esperto conoscitore della manifestazione, alla quale ha partecipato già quattro volte: si tratta di Daniele Cerrato. «La corsa di velocità si svolse dal 1927 al 1957 e dal 1977 è stata ripresa con la formula della regolarità con la possibilità di iscrizione limitata alle vetture il cui modello abbia partecipato all’epoca, con una corsia preferenziale per gli specifici esemplari che abbiano realmente corso la Mille Miglia. Dalle nostre parti non transitava dal 1948», spiega.
L’esperienza di Cerrato nelle corse di regolarità con auto storiche inizia nel 1992, «il mio primo navigatore fu Edoardo Paganelli. A oggi ho disputato 253 gare, vincendo tra l’altro quattro campionati italiani di classe come pilota e due come copilota, oltre a un campionato europeo. La Mille Miglia l’ho corsa nel 2009 con una Fiat 1100 TV del 1954, nel 2011 e nel 2013 con una Rover P4 del 1955 e nel 2016 con una Fiat 1400 elaborazione Abarth del 1950. A quest’ultima vettura sono particolarmente legato, i documenti che ho trovato in vari archivi certificano che disputò trenta gare tra cui tre Mille Miglia. In quella del 1952, il pilota Ottorino Monaco vinse la propria classe. Il prossimo anno vorrei partecipare nuovamente, questa volta con un’altra Fiat 1100/103 TV del 1953, con la quale furono disputate le Mille Miglia 1954 e 1955».
Tra i vari copiloti che hanno gareggiato con Cerrato «va segnalata mia moglie Anna Lisa, con la quale ho corso la Mille Miglia nel 2016. Le avevo chiesto all’ultimo di sostituire il mio navigatore abituale, Massimo Fossati, investito quindici giorni prima in Vespa. Alla fine, era molto più scaldata di me».
Attualmente il parco macchine di Cerrato, conservato in un’autorimessa a Torino, include tre veicoli, «oltre alla Fiat 1100 TV ho una Jaguar MK2 3.8 del 1965 e una Mercedes cabrio del 1994, ma sono arrivato ad averne anche molte di più contemporaneamente. La passione per i motori me la trasmise mio padre Ugo: quando avevo sei anni mi portò ad assistere alla Garessio-San Bernardo vinta da Luigi Taramazzo su Ferrari 250 Gto. Cominciai a disputare gimkane, rally e gare in salita, di nascosto, quando facevo l’università. Ma con le auto storiche, alla fine, è più divertente perché il rapporto con la macchina è più stretto, devi conoscere bene la meccanica. A tal proposito ricordo, ad esempio, l’impegno nel disputare il Gran premio Nuvolari da Mantova a Roma e ritorno a Mantova nel 2004, con una Rover del 1931».
Davide Barile
