Ad avviso di Bergesio le lotte sindacali si radicano anche nella forza dei lavoratori che le sostengono: quella degli addetti di cui parliamo è limitata, essendo spesso costituita da addetti «stranieri o anche italiani con situazioni deboli alle spalle». Tra salari bassi, part-time e condizioni non facili, «con molta difficoltà si è arrivati, tra il 2015 e il 2016, a firmare un accordo che prevedeva l’applicazione graduale del Contratto collettivo nazionale di lavoro della cooperazione alimentare, che la stessa Confcooperative ha fatto fatica a fare rispettare. Nel 2022 avevamo sottoscritto l’accordo definitivo per l’applicazione integrale del Ccnl, ma alcune cooperative si sono sfilate e hanno spinto per arrivare ad accordi aziendali, dichiarando ancora una volta la loro impossibilità a sostenere i costi e mettendo così in forse la tenuta occupazionale».

È ancora Bergesio a raccontare la fase odierna: «Nei mesi scorsi Gtpm è stata assorbita da Proteco Srl, altra azienda del medesimo gruppo che ha molteplici attività, tra cui la gestione di hotel. Alle lavoratrici e ai lavoratori è stato così applicato il contratto multiservizi. L’impresa impiega 350-400 persone in attività di confezionamento alimentare».

Ferrero esternalizza servizi perché costa di meno e la gestione è più flessibile 

Il problema però è a monte. Perché Ferrero esternalizza? «Lo fanno molte imprese perché costa meno e si può scaricare all’esterno una flessibilità difficile da applicare in casa. Questa scelta però stride con l’immagine della multinazionale che si distingue per il welfare e l’impostazione del lavoro, anche se abbiamo notato un percorso di transizione pure all’interno dell’impresa, forse a causa dell’allentarsi della forte impronta familiare che Ferrero ha conservato fino a pochi anni addietro».

Rincara Bergesio: «L’argomento è centrale, anche perché non se ne discute. Nessun giornale ha mai preso in considerazione la situazione, di cui ho parlato con molti giornalisti. Come Cgil abbiamo fatto fatica a comprendere e non siamo arrivati sul punto. Una soluzione ci sarebbe: la Ferrero reinternalizzi tutta la produzione. In alternativa, si faccia partecipe insieme a noi nel definire accordi di appalto più rispettosi per i lavoratori impiegati nelle aziende fornitrici del territorio, partendo dall’applicazione di contratti tutelanti e adeguati. È una modalità che abbiamo già attuato con altre multinazionali presenti a Cuneo e che ha dato frutti molto positivi, aumentando retribuzioni e anche diritti».

Maria Grazia Olivero

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