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Le polveri sottili Pm10 ci lasciano in pace, ma non è solo l’opera di prevenzione dell’uomo: per Barbero c’entra il vento di Foehn

Le polveri sottili Pm10 ci lasciano in pace, ma non è solo l’opera di prevenzione dell’uomo: per Barbero c’entra il vento di Foehn

AMBIENTE Un altro dato positivo che emerge dalla relazione dell’Arpa riguarda l’inquinamento dell’aria. La concentrazione del particolato Pm10, uno dei principali indicatori di qualità ambientale, è risultata molto bassa nel 2023: circa 23 microgrammi per metro cubo, la più contenuta degli ultimi 20 anni e sensibilmente sotto alla media dei 40 microgrammi, che rappresenta il valore limite per la protezione della salute umana. Si tratta di un dato molto confortante se confrontato per esempio al 2003, quando i valori raggiungevano quasi i 50 microgrammi per metro cubo. Ad Alba i superamenti annuali di Pm10 nella stazione Tanaro sono stati “solo” 17, con un bollino verde – ovvero poco grave – in termini di impatto ambientale. La media annuale è stata invece pari a 25 microgrammi per metro cubo, mentre in passato il dato ha sempre rappresentato un problema costante.

A livello piemontese è buona anche la situazione del particolato Pm2.5, una polvere inquinante particolarmente aggressiva e nociva per la salute umana per la sua capacità di penetrare nell’organismo. Purtroppo, ad Alba le stazioni di monitoraggio non hanno prodotto il dato relativo a questa particella.

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Se i numeri sulla salubrità dell’aria sono positivi, non sono del tutto attribuibili ai miglioramenti umani. Ha spiegato il direttore di Arpa Secondo Barbero: «Il quadro meteorologico osservato nel 2023 ha contribuito alla riduzione delle concentrazioni degli inquinanti in atmosfera: non si tratta solo di un “merito” umano, ma il risultato di una situazione ambientale favorevole, in particolare legata ai frequenti episodi di vento di Foehn (92 giorni, il numero più alto dall’anno Duemila) e alla ventilazione superiore alla media, oltre al ridotto numero dei giorni con marcata inversione termica; questi fattori hanno creato condizioni non favorevoli all’accumulo degli inquinanti, nonostante nel 2023 sia piovuto meno che in altre annate».

Anche nei primi sei mesi del 2024 le concentrazioni medie di polveri sottili su tutte le stazioni piemontesi sono state inferiori ai limiti di legge, mentre il superamento della soglia giornaliera di Pm10 (che non deve andare oltre ai 35 giorni all’anno) è rimasta in linea con il 2023.

Secondo l’Agenzia per l’ambiente, il dato va monitorato: nel Paese il 7% circa di tutte le morti per cause naturali è imputabile all’inquinamento atmosferico. Tra i decessi in eccesso rientrano parte delle patologie cardiovascolari, respiratorie e tumorali, con il tumore del polmone in primo piano.

r.a.

Cuneo, trecentomila tonnellate di rifiuti, il 71% differenziati

Una sezione importante del rapporto dell’Arpa riguarda gli artefatti umani ovvero gli scarti, i prodotti artificiali, le conseguenze del mondo industrializzato. A seconda del punto di osservazione, i dati sul fronte della spazzatura appaiono in miglioramento, in particolare nella provincia di Cuneo: i rifiuti totali prodotti da una popolazione di oltre 580mila residenti hanno superato le trecentomila tonnellate nel 2023. Di queste 85.900 sono le tonnellate di materiali indifferenziati, dunque molto difficili da smaltire. La raccolta differenziata ha però superato il 71% del totale, su una media regionale pari al 67%.

Dunque, le performance della Granda superano in termini qualitativi la media piemontese. In termini di quantità pro capite ogni piemontese ha prodotto circa 496 chilogrammi di rifiuti, di cui 332 raccolti in modo differenziato e avviati al recupero e 163 avviati allo smaltimento.

Inoltre, secondo il portale Amianto, gestito sempre dal- l’Arpa, sono ancora circa 68mila le coperture presenti in asbesto, di cui 58mila non ancora bonificate. In provincia di Cuneo le coperture in questo materiale sono 11.700; ad Alba ne risultano 512 (di cui 334 non ancora bonificate). Nel Comune di Bra va un po’ peggio: sono 556 e su 445 non si è intervenuti.

Questi dati evidenziano il sussistere di difficoltà sistemiche importanti, in cui la produzione dei rifiuti appare ancora elevata rispetto alla capacità di smaltimento di un mondo naturale in affanno. I miglioramenti rispetto al passato lasciano tuttavia ben sperare: gli uomini sembrano iniziare a intraprendere un lento percorso ecologico che, seppure ancora in minima parte, consente respiri e recuperi davvero vitali.

r.a.

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