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Aggrediscono un giornalista a Torino, quattro attivisti di Casapound ai domiciliari

Il fascicolo è aperto per violenza privata aggravata e lesioni

La denuncia del procuratore: "La 'ndrangheta ha colonizzato tutte le province del Piemonte"

TORINO Quattro persone sono state messe agli arresti domiciliari nell’indagine sul caso di Andrea Joly, il giornalista del quotidiano La Stampa che lo scorso 20 luglio, a Torino, è stato aggredito davanti al circolo Asso di Bastoni, abituale ritrovo degli attivisti di Casapound.

A eseguire il provvedimento è stata la Polizia di Stato.  Il fascicolo è aperto per violenza privata aggravata e lesioni.

Tra gli arrestati c’è anche un valdostano: Igor Bosonin, di 46 anni, ex candidato sindaco a Ivrea. È stata disposta per “il pericolo di reiterazione dei reati della medesima indole” la misura cautelare degli arresti domiciliari per i quattro attivisti di Casapound. È quanto si ricava dall’ordinanza del Gip Odilia Meroni. Il giudice osserva che le modalità dell’aggressione abbinata al “futile movente” che l’ha scatenata “danno conto dell’indole violenta, di un istinto criminale spiccato e, dunque, dell’elevato grado di pericolosità di ciascun indagato”. Vi è pertanto un “rischio di recidivanza specifica”.

Uno degli arresti è stato eseguito da personale della Digos della Questura di Cuneo. I fatti risalgono alla tarda serata di sabato 20 luglio, quando il giornalista, non in servizio, incuriosito dall’esplosione di una batteria di fuochi pirotecnici nei pressi del circolo, aveva raggiunto il locale e, dopo aver effettuato con il proprio smartphone alcune foto all’interno dell’Asso di Bastoni, aveva deciso di registrare, per un eventuale servizio giornalistico, alcuni video dei militanti intenti ad effettuare una foto di gruppo per festeggiare il 160 anniversario dell’inaugurazione della sede.

In quel momento il giovane era stato avvicinato minacciosamente da quattro militanti, i quali, dopo averlo costretto a interrompere la registrazione, Io avrebbero spintonato facendolo cadere a terra, colpendolo a più riprese con calci, mentre uno di questi lo afferrava anche per il collo, procurandogli escoriazioni agli arti inferiori e superiori.

Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e gli indagati si considerano non colpevoli fino a sentenza di condanna passata in giudicato.

Ansa

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