Ad Alba è scontro sulla cittadinanza civica

Per la Giunta, è una questione simbolica molto rilevante; per l'opposizione di centrodestra, è un atto del tutto inutile

Ad Alba scontro sulla cittadinanza civica

ALBA Non si può dire che sia iniziato nel modo migliore, nella quarta Commissione, il cammino dell’ordine del giorno presentato dal capogruppo di Alba città per vivere, Fabio Tripaldi. La sua proposta di introdurre la cittadinanza civica per i minori stranieri, avanzata nell’ultimo Consiglio comunale, ha innescato uno scontro acceso tra maggioranza e opposizione.

L’oggetto della discussione è chiaro: elaborare un regolamento che consenta di adottare sotto le torri una sorta di riconoscimento dal forte valore simbolico per l’inclusione dei bambini e dei ragazzi privi di cittadinanza italiana, figli di genitori residenti in città da almeno cinque anni.

Da subito, sono emerse posizioni contrapposte tra il centrosinistra e il centrodestra. Ha commentato Luciano Giri, consigliere di maggioranza: «Siamo consapevoli che la cittadinanza civica non avrebbe valore legale, ma sarebbe uno strumento importante per avvicinare la nostra comunità alle persone che da molti anni vivono, lavorano e contribuiscono al bene comune, anche se sono prive del diritto di voto. Non ci sarebbero cambiamenti a livello di ordine legale e non sarebbe vincolante, ma aiuterebbe i più giovani a sentirsi albesi, oltre che cittadini del nostro e del loro nuovo Paese».

Per il centrodestra rileva anche il discorso della meritocrazia

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Un punto di vista del tutto rispedito al mittente da parte dei commissari della minoranza, con in testa Emanuele Bolla di Fratelli d’Italia e Lorenzo Barbero della Lega.

Ha esordito il primo: «La Giunta, conscia del fatto che questo titolo non sarebbe un riconoscimento formale, dovrebbe prima di tutto occuparsi di questioni più urgenti e comprese nel programma elettorale in base al quale è stata scelta dai cittadini. Non è corretto svincolare il riconoscimento della cittadinanza da un percorso di ordine meritocratico e di validata conoscenza della nostra cultura e della lingua italiana. Senza contare che tutti i nati ad Alba, al compimento del diciottesimo anno, possono richiederla e ottenerla in base alla normativa».

Bolla è andato oltre: «Per il resto, hanno già gli stessi diritti per quanto riguarda l’istruzione, l’assistenza, la salute, il lavoro. Questa proposta altro non è che uno specchietto per le allodole e una perdita di tempo sottratto alle tante attività istituzionali e amministrative».

Una posizione in linea con quanto il partito di Giorgia Meloni e quello di Matteo Salvini manifestano a livello nazionale, ancora di più alla luce del referendum sulla cittadinanza.

Rosanna Martini, centrosinistra, si dice scandalizzata 

Tra sguardi di sbieco e altre espressioni eloquenti, nel centrosinistra la reazione più veemente è stata quella di Rosanna Martini: «Sono scandalizzata dalle parole che ho ascoltato da parte della minoranza, soprattutto in riferimento al concetto che vincola il diritto alla cittadinanza alla meritocrazia e alla dignità: che cosa serve ancora a queste persone per essere considerate, una volta per tutte, italiane? Partecipano da anni alla vita della nostra comunità, i loro figli studiano con i nostri, si curano nelle stesse strutture e contribuiscono alla nostra economia», ha tuonato.

Bolla, dal canto suo, si è dimostrato irremovibile: «Questa azione politica è inutile: il Comune non deve occuparsi di cittadinanza agli stranieri, perché riguarda una competenza statale. La maggioranza spreca tempo con un dibattito soltanto ideologico».

Beppe Malò

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