
ALBA Non solo l’Unione sindacale di base, in prima linea fin dall’inizio: anche Cgil ha deciso di assumere una posizione netta sul caso Proteco.
È stata Gazzetta d’Alba la prima a scriverne, a luglio. Si parla del confezionamento dei prodotti dolciari Ferrero, che esternalizza quest’attività tramite appalti. Un business per le realtà come l’ex cooperativa Gtpm, proprio quest’anno acquisita dalla Proteco. Di fronte ai cancelli di Castagnito e, due settimane fa, della Ferrero, l’Usb e le lavoratrici hanno fatto sentire la propria voce. Chiedono retribuzioni giuste, una contrattazione in linea con la loro mansione, stabilità e soprattutto dignità.
E se Proteco nega tutto e Ferrero non resta nel merito, questa volta a parlare è Piertomaso Bergesio, segretario provinciale di Cgil Cuneo.
Bergesio, per quale motivo Cgil non ha sottoscritto con Proteco l’ultimo accordo aziendale integrativo di secondo livello?
«In linea con le dichiarazioni che abbiamo rilasciato a luglio, non potevamo accettare uno “scambio” pericoloso. Se da un lato Proteco ha scelto di anticipare a novembre di quest’anno uno scatto retributivo di 30 centesimi all’ora, già previsto dal contratto nazionale del settore multiservizi per luglio 2025, dall’altro lato è stato chiesto di far decadere i limiti attuali per il ricorso al lavoro somministrato, per i periodi di picco stagionale. Tradotto: l’azienda risparmia sul contratto da applicare ai lavoratori (il multiservizi, per l’appunto, che prevede livelli retributivi bassi), ma vuole ricorrere maggiormente alle agenzie, che implicano costi in più. Lo fa per avere ulteriore flessibilità: così, oltre a tempi indeterminati part-time e determinati stagionali, si avranno anche stagionali che sperano in un’assunzione diretta. Investe ciò che risparmia in ancora più precarietà».
Ma il multiservizi era davvero l’unica soluzione?
«Se l’azienda avesse deciso di applicare il contratto collettivo nazionale alimentari e industria, lo stesso della Ferrero, nessuno avrebbe potuto avanzare obiezioni. È stato scelto il multiservizi per una questione di risparmio: il confezionamento richiede flessibilità, non genera valore aggiunto e per questo viene esternalizzato. Le appaltatrici, come la Proteco, devono reggere i costi e non perderci. Ma l’imprenditore lungimirante dovrebbe trovare un equilibrio tra le esigenze economiche e la dignità dei lavoratori. Come Cgil, riteniamo sarebbe stato più idoneo un altro contratto, come quello della logistica, merci, trasporto e spedizione. Proprio in questo momento, a Roma, si sta discutendo sulla possibilità di introdurvi la mansione del confezionatore. È migliorativo in quanto a retribuzioni e già oggi risulta adatto, a differenza del multiservizi, che riguarda attività ausiliarie all’industria».
Eppure, come Cisl e Uil, anche voi avete dato il vostro assenso, in una prima fase.
«L’applicazione del multiservizi è stata una scelta unilaterale di Proteco, che non abbiamo condiviso. Con Cisl e Uil, abbiamo lavorato all’accordo di armonizzazione nel tentativo di aumentare le tutele normative ed economiche. Abbiamo sempre richiesto un aumento delle ore di lavoro, un punto che va di pari passo agli stipendi bassi».
Parliamo di Ferrero: oggi che ruolo ha?
«Un confronto solo con la Proteco, su questa partita, è monco. Il problema è alla base, al sistema degli appalti. Potremmo estendere il discorso, nella Granda, a Caffarel, Lindt, Balocco o Maina, tutte aziende con una narrazione virtuosa. A maggior ragione per Ferrero, che potrebbe avviare una riflessione su questo tema: è vero che parliamo di lavoratori esterni, alle dipendenze di un’altra società, ma fanno già parte della sua filiera. La stessa Proteco pone come limite l’appalto e la stagionalità che proprio Ferrero definisce. Se c’è una realtà che potrebbe fare la differenza, compiendo un passo ulteriore, questa è proprio Ferrero: non ci sono dubbi».
E come, in concreto?
«Avviando un ragionamento con i sindacati, per individuare il contratto più adeguato, che andrebbe inserito come condizione vincolante degli appalti. In questo modo, Proteco e le altre realtà dovrebbero per forza applicarlo per ottenere le commesse. Intendiamo pertanto essere pratici e propositivi».
Francesca Pinaffo
