
IN CARCERE «All’interno delle strutture, che dovrebbero essere luoghi di rieducazione, e non di sofferenza, mancano medici, infermieri, specialisti: un problema che causa spostamenti fuori dal carcere per le cure dei detenuti che andrebbero invece eseguite in loco, garantendo le prestazioni e rafforzando la telemedicina».
È la voce del Movimento 5 stelle portata in Consiglio regionale dalla capogruppo Sarah Disabato e dai consiglieri Alberto Unia e Pasquale Coluccio, per denunciare la difficile situazione delle carceri piemontesi, in crisi non solo dal punto di vista sanitario, ma anche educativo, emotivo e strutturale.
L’urlo del mondo politico arriva in contemporanea alle proteste che hanno riguardato il carcere di Cuneo quando uno dei detenuti era salito sul tetto e in centinaia erano usciti dalle celle. Nell’istituto sono in corso anche le indagini sugli atti di violenza perpetrati negli scorsi mesi dagli agenti sui reclusi.
La scorsa settimana il garante regionale dei detenuti, Bruno Mellano, insieme alla sua omologa albese Paola Ferlauto ha incontrato il sindaco di Alba Alberto Gatto per affrontare il tema.
Spiega Mellano: «Nel- l’incontro volevamo fare il punto su tre aspetti: primo tra tutti, la casa di reclusione e la casa di lavoro Montalto in cui vivono 34 internati e 9 persone in semilibertà. Secondo, i lavori di ripristino del padiglione principale: la tempistica prevista di ultimazione dei lavori dovrebbe essere rispettata, non oltre ai primi sei mesi del 2025. Sottolineiamo l’esigenza di monitorare che il cantiere venga terminato entro i tempi. Poi, ho sollecitato il sindaco sull’urgenza di avviare incontri con l’Amministrazione penitenziaria regionale e locale per definire quale target dei detenuti vogliamo identificare per il dopo-riapertura».
Infine, durante l’incontro con il primo cittadino è stata condivisa l’importanza del convegno nazionale che si terrà sabato 30 novembre alle 10.30, nella sala della Resistenza del Comune di Alba, sulla questione delle case lavoro.
Grazie a interviste effettuate anche agli internati della struttura di Alba la Società della ragione ha realizzato una ricerca per sensibilizzare sulla necessità di riformare misure legislative di tipo punitivo e repressivo, che Mellano definisce “residuato bellico”, retaggio di una cultura e un’azione politica del passato.
Per quanto riguarda il carcere di Cuneo, il garante preferisce non rilasciare commenti: rappresenta il «sintomo di un problema molto più ampio», che andrebbe affrontato a livello sistemico.
Stefano Mo
