In viaggio con Gazzetta / Il diario dei pellegrini in Turchia (Foto e video)

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Efeso

TURCHIA I 64 partecipanti – che hanno aderito al pellegrinaggio dei lettori di Gazzetta d’Alba coordinato dall’Opera romana pellegrinaggi – hanno trascorso la mattinata del quarto giorno (sabato 9 novembre) in bus per il trasferimento da Konya a Pamukkale. Un viaggio tra zone spoglie di vegetazione (la steppa continentale) e altre con alcune produzioni agricole (ciliegie, olive, melograni, cotone e fichi) che ci ha permesso di immergerci nella geografia di una penisola che si sviluppa tra il Mar Nero e il Mediterraneo.

Giunti a Pamukkale lo spettacolo delle cascate di travertino, ha affascinato tutti. Sembrava un ghiacciaio, ma era marmo. Poi le sue fonti di acqua termale, la piscina antica e il sito romano di dimensioni enormi. Hierapolis, distrutta da un terremoto e ricostruita, ci ha regalato la vista dell’agorà, delle sue terme e del teatro. Il suo museo archeologico racchiude pezzi di grande valore, segni inequivocabili del passaggio dell’Impero romano. In lontananza anche la tomba di san Filippo apostolo, un tempo custodita nel santuario di cui si notavano solo più le rovine.

La mattinata del quinto giorno ci ha portati a Laodicea, dove abbiamo potuto ammirare un altro sito romano, con un tempio e la chiesa a tre navate, dotata di battistero, citata anche nell’Apocalisse di san Giovanni. Una spiegazione/catechesi di don Giovanni dell’Opera romana pellegrinaggi, ci ha permesso di apprezzarne i particolari, tra cui i mosaici bizantini del suolo, che già all’epoca era riscaldato.

Poi la partenza per Aphrodisias, altro suggestivo sito greco-romano nel quale abbiamo ammirato lo stadio, il teatro con una splendida acustica e le terme di Adriano. Il pranzo in un ristante locale, molto caratteristico, ha concluso la mattinata.

Di nuovo in bus alla volta di Efeso. Il senso del pellegrinaggio si avverte già dalla prima mattinata con la mini-catechesi (un vero e proprio “oroscopo” cristiano), regalato ai pellegrini, dalle guide spirituali don Giusto, don Ettore e don Giovanni, che hanno anche animato le quotidiane celebrazioni dell’Eucarestia. Immenso il sito che ci ha accolti, con le rovine del tempio di Adriano, la biblioteca di Celso, il teatro e – curiosamente – anche le latrine.

Sui resti della chiesa di San Paolo, con il suo battistero ottagonale, un momento di grande spiritualità: la recita del Credo niceno-costantinopolitano e una lode alla Madonna. Dopo la sosta sulla tomba di San Giovanni, il pellegrinaggio – davvero ricco di emozioni – all’interno della casa di Maria, seguito dalla celebrazione della messa, ha concluso anche questa tappa. Un veloce pranzo tipico, e la partenza in bus, per percorrere i 600 chilometri che ci separano da Istanbul, che raggiungeremo in serata (lunedì 11 novembre). Istanbul, crocevia di culture, ci attende per immergerci nella città che unisce da sempre il continente europeo con quello asiatico. E quando avremo esplorato quella che era anche chiamata “ seconda Roma” faremo rientro in patria.

Valter Manzone e fotoservizio di Ettore Colombo

I due gruppi di pellegrini

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