
IN TRIBUNALE Ha chiesto un risarcimento simbolico di un euro la nonna che aveva denunciato la nipote per maltrattamenti. L’anziana avrebbe subito angherie, insulti e denigrazioni da parte della ragazza nei due anni di convivenza. La donna aveva ospitato la nipote presso la propria abitazione dopo che aveva lasciato la casa in cui viveva con il padre e dove i litigi erano diventati frequenti.
La denuncia che potrebbe sembrare una punizione, per l’anziana malata rappresenterebbe invece un atto d’amore oltre che di coraggio con l’unica finalità di dare alla nipote un insegnamento prezioso: il rispetto per le persone.
Con sofferenza, la nonna dopo aver subito violenza fisica e verbale dalla giovane aveva deciso di tentare il tutto per tutto per salvarla: denunciarla. «Non un tradimento, ma un immenso, sublime atto di amore. Ha scelto la legalità come ancora di salvezza, un porto sicuro, forse l’unico per bloccare questa inaudita violenza», sono alcune delle parole dell’anziana lette in aula dalla difesa affidata all’avvocata Silvia Calzolaro.
Per il comportamento messo in atto nei confronti dell’anziana a cui avrebbe cagionato un grave disagio psicofisico e molta paura per la propria incolumità, la giovane è stata condannata dalla giudice Victoria Dunn a due anni di reclusione e al pagamento delle spese processuali pari a 1.200 euro.
All’imputata è stato concesso il beneficio della sospensione condizionale della pena con la partecipazione a un percorso di recupero presso enti o associazioni specializzati, che la giovane dovrà iniziare entro 4 mesi.
e.r.
