Ultime notizie

Per i 6 del Feudo il Pm ha chiesto 27 anni e 8 mesi

A Santo Stefano Roero un piano opere da 17 milioni
Renato Maiolo

SANTO STEFANO ROERO Nei giorni scorsi sono tornati in aula alcuni amministratori roerini, accusati di aver commesso alcune irregolarità. A far luce a marzo del 2022 erano state le Fiamme gialle con l’operazione Feudo.

Nell’ultima udienza le difese hanno proposto alcune eccezioni relative alla richiesta di inutilizzabilità degli atti e alla sospensione del processo essendo stata presentata dalla difesa dell’ex segretaria comunale Anna Maria Di Napoli un ricorso in Cassazione per il dissequestro di atti processuali. Il collegio composto dal presidente Alberto Giannone e le giudici Victoria Dunn e Francesca Rosso ha respinto tutte le eccezioni e invitato le parti a proseguire.

Le richieste del Pm e della parte civile

La parola è passata così al pubblico ministero Davide Lucignani il quale, nel corso della requisitoria ha chiesto per Renato Maiolo, ex primo cittadino di Santo Stefano Roero, 6 anni di reclusione alla luce delle gravi condotte registrate e l’immanente danno patrimoniale cagionato al Comune oltre alle accuse di minaccia che sarebbero state attribuite all’ex sindaco da alcuni dipendenti comunali.

Pene di poco inferiori sono quelle richieste per gli altri imputati. Per la segretaria Anna Maria Di Napoli ha chiesto 5 anni di reclusione in quanto accanto a Maiolo nella gestione illecita del Comune.

Quattro anni per il geometra albese Giovanni Careglio per aver curato in modo illecito la realizzazione di determine e delibere, cinque per l’architetta Cinzia Gotta per aver messo in atto condotte a suo unico beneficio e a spese dell’ente pubblico. Per Marco Musso due anni e 8 mesi di reclusione e per Federica Borello cinque anni poiché, in quanto responsabile della gestione finanziaria dell’ente, insieme ai primi due avrebbe la maggiore responsabilità per il danno patrimoniale conseguito.

Al termine la parola è passata alla parte civile (il Comune di Santo Stefano Roero) rappresentata dall’avvocato Giulio Calosso del foro di Torino, che ha chiesto il risarcimento dei danni (stimati per circa 1,3 milioni di euro).

Si torna in aula l’8 gennaio

L’udienza per i sei imputati alla sbarra è così stata rinviata per l’audizione di tutte le difese e per la probabile conclusione all’8 gennaio prossimo.

In questa occasione: «Al collegio giudicante proporremo una lettura degli atti di causa diversa e antitetica fornita dall’accusa pubblica e privata. L’eventuale danno erariale non è un sinonimo di reato. Il sindaco Maiolo ha trasformato un paese degradato e i contributi pubblici erogati sono stati destinati a spese utili a migliorare la qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale di Santo Stefano Roero senza appropriazioni né distrazioni di denaro», commenta Roberto Ponzio, avvocato dell’ex primo cittadino.

e.r.

Banner Gazzetta d'Alba