
ALBA Poche settimane e dovrà sbrogliarsi la matassa della gestione del ciclo idrico nell’Albese: entro il 31 dicembre, in base a quanto richiesto dall’Ato 4 (l’autorità d’ambito provinciale) bisognerà decidere come comportarsi nei confronti di Egea acque (l’ex Tecnoedil), che ha in mano le reti sul territorio.
Questa settimana sarà decisiva, perché per oggi, giovedì 19 dicembre, è stata convocata l’assemblea dei sindaci della Granda, nella quale ciascuno dovrà esprimersi. La nostra area resta l’ultima roccaforte in provincia in mano ai privati, viste le pubblicizzazioni delle altre società.
La vicenda è complessa: dal 2018, quando gli allora primi cittadini scelsero di affidare la gestione del servizio a un unico consorzio pubblico (Cogesi), la strada si è rivelata ricca di ostacoli. A causa dei numerosi ricorsi presentati dalla vecchia Egea, superati dopo anni e con un ingente dispendio di risorse, la questione è rimasta congelata.
I danni? Molti, se si pensa che sono andati in fumo più di 20 milioni di euro finanziabili dal Piano nazionale di ripresa e di resilienza, proprio a causa di questa frammentazione. Sarebbero serviti per ammodernare le reti di distribuzione, vetuste e soggette a perdite. Il Pnrr alla fine ha portato una ricaduta di 23 milioni e mezzo di euro, ma sono stati destinati alle altre zone della provincia, dove è già subentrata Cogesi.
Il punto di vista del consorzio unico Cogesi
Ora che è nata la nuova Egea e che i ricorsi sono andati in fumo, l’Ato 4 ha voluto imprimere una vera svolta. Per questo, l’incontro di dopodomani sarà fondamentale. Ne parla Emanuele Di Caro, presidente di Cogesi: «Il 31 dicembre è la data che è stata prevista per valutare soluzioni alternative al pagamento del valore residuo. Dal nostro punto di vista, non ce ne sono». Si tratta di circa 60 milioni di euro, quanto il consorzio deve a Egea acque per ammortizzare gli interventi che quest’ultima ha effettuato sulle reti. Il pagamento è la condizione necessaria per il subentro. Come alternativa, si è parlato anche di una collaborazione con lo stesso privato, sempre nell’ambito di una gestione pubblica.
Riprende Di Caro: «La buona notizia è che l’advisor incaricato di analizzare l’operazione, che ha terminato il suo lavoro, ritiene Cogesi finanziabile per circa 180 milioni di euro, una somma sufficiente per il pagamento del valore residuo e per gli investimenti. Ogni evoluzione differente richiederebbe ulteriori passaggi». E aggiunge: «Si chiederà alle società già pubbliche un passaggio necessario per rafforzare il consorzio».
Pare che, tra le questioni in gioco, ci sia la cessione del loro patrimonio a Cogesi, che ora ne è priva. In questo modo, quest’ultima diventerebbe una sorta di capogruppo, con diverse emanazioni territoriali. Tra queste, ci sarebbe Sisi, la società già pubblicizzata che ora gestisce il depuratore di Govone e che sarebbe competente per le reti dell’Albese. Precisa Di Caro: «Gli attuali dipendenti di Egea acque passerebbero proprio a Sisi. Il cambiamento non sarebbe immediato, ma preceduto da una fase di transizione».
Il 2025, a questo punto, potrebbe davvero essere l’anno decisivo: «ll subentro avrebbe dovuto concretizzarsi almeno quattro anni fa. È giusto che la politica faccia il suo corso, ma oggi siamo chiamati a fare la nostra parte».
Foglino: «Non fermiamoci qui: dobbiamo continuare a confrontarci con i privati»
Franco Foglino è il presidente di Sisi, parte fondamentale di questa vicenda. La sua visione è piuttosto diversa da quella di Cogesi, che è sostenuta anche dall’Ato 4: «Riteniamo che, soprattutto in questo momento, sia fondamentale continuare a sondare soluzioni alternative al solo pagamento».
Lo pensano anche i soci di Sisi, gli stessi Comuni: nell’assemblea dello scorso 26 novembre, si sono espressi in tal senso con una quota del 97 per cento, che è piuttosto eloquente. «Non mi trovo d’accordo con la scelta di chiedere alle società di conferire il loro patrimonio a Cogesi: è un passaggio molto macchinoso a livello burocratico, che richiederebbe una serie di passaggi. Si andrebbe anche a creare un ente diverso rispetto alla natura con cui è stato pensato il consorzio».

E aggiunge: «Per me, in questo momento, sono due gli aspetti fondamentali: garantire la qualità del servizio, che al momento c’è, ed evitare aumenti in bolletta. Un indebitamento così elevato purtroppo ci espone anche a rischi di questo tipo. Sono un convinto sostenitore del subentro, ma bisogna effettuare le opportune valutazioni».
Riguardo a soluzioni differenti, Foglino conclude: «Com’è stato fatto per la pubblicizzazione delle altre società della provincia, ci si potrebbe sedere attorno a un tavolo con il gestore privato e capire se esistono alternative: mi sembra frettolosa questa presa di posizione di Cogesi e dell’Ato 4».
Nell’ultima assemblea di Sisi, i Comuni di Langhe e Roero si sono espressi in modo chiaro, a quanto pare a favore della pubblicizzazione di Egea acque, attraverso l’acquisizione delle quote da parte della società di Govone. Sarebbe un passo importante, in linea con quanto è accaduto in altre zone della provincia. Iren, che detiene la maggior parte delle quote del gruppo albese, dal suo insediamento ha dimostrato una posizione molto più aperta rispetto alla precedente gestione Carini.
Gatto: «Va cercata la soluzione migliore: mandato esplorativo per acquisire Egea acque»
A intervenire è anche il sindaco di Alba, Alberto Gatto: «Bisogna precisare, prima di tutto, che si tratta di un percorso molto articolato, che va avanti ormai da diverso tempo. I sindaci della provincia si sono espressi quasi dieci anni fa sul gestore unico pubblico: in questi ultimi mesi, sono entrate in Cogesi Mondo acqua, Alse e Alpi acque, tutte società miste pubblico-private».
La questione di Egea acque resta la più complessa: «Nel recente passato, sono state valutate diverse opzioni, come la collaborazione con il gestore privato, l’acquisizione dell’ex Tecnoedil e il pagamento del valore residuo da 60 milioni di euro. È evidente che si tratta di una somma molto consistente, per la quale occorre esplorare tutte le soluzioni possibili, in modo da arrivare a individuare la strada migliore».

Si arriva così all’assemblea di Sisi del 26 novembre: «I sindaci di Langhe e Roero, all’unanimità, hanno dato mandato esplorativo al Consiglio di amministrazione per valutare la pubblicizzazione di Egea acque».
A questo punto, sarà decisivo il punto di vista del resto della provincia: «Confido che anche l’assemblea provinciale dei sindaci, chiamata a esprimersi, confermi questo processo di pubblicizzazione e che si vada nella direzione del gestore unico, come ci impone da anni la normativa nazionale». f.p.
Francesca Pinaffo
