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Il libro di Cazzullo è il più venduto nel 2024: «Ho ripreso a leggere la Bibbia al capezzale di mio padre»

Dice il giornalista: «C’è sempre molta Alba, molta Langa nel mio lavoro e in tutto quello che faccio, in quello che scrivo. Ho radici fortissime tra le colline»

Il XIV Fautor Langae a Cortemilia e ad Alba 1
Aldo Cazzullo.

ALBA Il Dio dei nostri padri di Aldo Cazzullo, edito da HarperCollins e pubblicato il 24 settembre scorso, è il libro più venduto del 2024 in Italia. A comunicarlo è la casa editrice, che festeggia il traguardo. Il libro del giornalista albese è stato anche in testa nella classifica nella settimana di Natale, una delle più ricche per il mondo dell’editoria.

Per l’occasione, riproponiamo l’intervista ad Aldo Cazzullo in occasione della tappa albese de Il romanzo della Bibbia, lo spettacolo con Moni Ovadia basato su alcuni episodi dell’Antico testamento. Quest’anno Cazzullo ha anche ricevuto il premio San Giuseppe, sempre ad Alba.

Cazzullo, perché ha posto il testo della Bibbia al centro del suo ultimo lavoro sia letterario che teatrale?

«Ho ricominciato a leggere la Bibbia al capezzale di mio padre, morto un anno fa nell’ospedale di Verduno. La lettura mi è servita molto a ritrovare il legame con lui, con le mie radici e famiglia. Leggevo già la Bibbia da bambino, su un librone rilegato e illustrato pubblicato dalle edizioni Paoline. Ritrovare queste pagine mi ha restituito speranza e fiducia, sentimenti che non possono prescindere dalla fede nell’esistenza di un Dio misericordioso e che si prende cura di noi».

Al via la stagione del teatro Sociale di Alba con Aldo Cazzullo e Moni Ovadia
Aldo Cazzullo e Moni Ovadia sul palco.

Come ha scelto il titolo?

«I miei nonni, di Roddino, Canale, Dogliani e Alba, credevano in Dio come nel sole che tramonta. Non avevano dubbi. Dio quando si presenta dice di essere “il Dio dei tuoi padri” fino a Giacobbe e Isacco. La Bibbia è alla base delle nostre radici. Lo vediamo ovunque, nell’arte e in ogni chiesa. I più grandi capolavori nascono da qui».

Quale può essere il valore di una riscoperta di questo testo sacro nell’epoca contemporanea?

«La Bibbia è un testo sacro per due religioni, ebraismo e cristianesimo. Ma è anche un grande romanzo. La storia di Giuseppe è la mia preferita, c’è poi Mosè che libera il popolo, Davide il pastorello che sfida Golia e tante altre storie. L’Egitto e Israele si affrontano nel deserto del Sinai nelle guerre degli anni ’60 e ’70, proprio là dove più di tremila anni prima l’esercito egiziano aveva inseguito gli ebrei in fuga e il mar Rosso si era spalancato per farli passare. La Bibbia è più che attuale, è eterna».

Lei è cresciuto ad Alba, sia a livello biografico che professionale. Quale il legame con la città?

«C’è sempre molta Alba, molta Langa nel mio lavoro e in tutto quello che faccio, in quello che scrivo. Ho radici fortissime tra le colline, e le ho sempre rivendicate con forza. Sento un legame intenso con mia mamma Anna, e tante altre persone. La sera dello spettacolo purtroppo ci sarà Una giornata particolare in Tv, il programma che conduco su La7, ma gli albesi potranno registrarla e spero potremo vederci a teatro»

Matteo Viberti

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