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Nel blocco parto del Ferrero, oggi riferimento per il territorio: 800 nascite nel 2024

Nel reparto a Verduno, si lavora per ridurre i parti cesarei, salvo i casi in cui sono strettamente necessari.

Nel blocco parto del Ferrero, oggi riferimento per il territorio: 800 nascite nel 2024
Parte dello staff dell'ostetricia.

VERDUNO «L’anno è iniziato nel migliore dei modi: con un parto molto raro, il 1° gennaio, e con sei nuovi nati nella sola giornata del 2»: a parlare è Manuela Scatà, referente dell’ostetricia del- l’ospedale Ferrero.

Nel 2024, nel reparto, sono nati 800 bambini. Nel 2023, i parti erano stati 874, «ma come tutti soffriamo del calo demografico, anche se di meno rispetto ad altre realtà».

Aperto in piena pandemia, il Ferrero è stato rodato anno dopo anno, conquistandosi la fiducia dei genitori: «Oggi copriamo un bacino ampio, quello di Alba, Bra, Langhe e Roero, ma iniziano a rivolgersi a noi anche mamme provenienti da zone limitrofe», prosegue la referente.

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Nel 2024, l’ultimo nato è stato un maschietto: Gabriele Franco, venuto al mondo a pochi minuti dalle 11 del 31 dicembre. Ad accoglierlo, la mamma Monica Gaiotto e il papà Corrado, residenti ad Alba.

La prima bambina del 2025 si è fatta attendere: Mirabel Ramognini Piras è arrivata nella serata del 1° gennaio. I genitori, Martina Piras e Nicolò Ramognini, vivono a Narzole. Con un parto in acqua, la piccola è nata senza la lacerazione del sacco amniotico, cioè la rottura delle acque. Un evento molto raro e non pericoloso, che in antichità veniva considerato di buon auspicio, tanto da coniare il detto popolare “nascere con la camicia”. «L’integrità del sacco amniotico consente un passaggio meno traumatico del bambino, che entra nel mondo esterno ancora avvolto dal liquido», spiega la responsabile dell’ostetricia. Un concetto, quello della naturalezza del momento del parto, su cui il reparto del Ferrero lavora su più fronti.

Ridurre il numero dei parti cesarei

Per esempio, per ridurre il numero dei parti cesarei, come da direttive nazionali, limitandoli ai casi necessari. «Nel 2024, sul totale, i cesarei sono stati solo 154, una quota che siamo riusciti ad abbassare. Tra le varie strategie, abbiamo avviato un laboratorio per le donne incinte che hanno già partorito in precedenza con il cesareo: anche in questi casi, salvo diverse indicazioni, è possibile avere in sicurezza bambini in modo naturale». Il reparto, poi, ha anche raggiunto una certa esperienza nel rivolgimento podalico.

«Vogliamo dare alle mamme alternative rispetto a ciò che verrebbe proposto loro in prima battuta. Al contempo, abbiamo lavorato per creare un ambiente accogliente e sicuro, da tutti i punti di vista. Abbiamo un’area separata del pronto soccorso e una sala operatoria dedicata all’interno del blocco parto. Lavoriamo molto pure sul consolidamento dell’équipe, di cui fanno parte 35 ostetriche, e sulla formazione avanzata».

Importante anche il collegamento con il Consultorio, diretto da Enrica Bar, a cui le donne incinte possono rivolgersi, in modo da essere seguite dall’Asl durante tutta la gravidanza.

Tra i diversi progetti del nuovo anno, c’è «l’introduzione della pratica speciale del cesareo dolce, con minori stress per il bimbo e per la mamma, in linea con il lavoro generale che stiamo portando avanti».

 Francesca Pinaffo

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