
ALBA Dopo La Morra, l’Ufficio diocesano per la cultura organizza una seconda tappa del tavolo di confronto su vino e responsabilità sociale, dal caporalato al lavoro grigio, per capire come uscirne.
L’appuntamento è a Mango, per martedì 28 gennaio alle 20.30, in collaborazione con la parrocchia dei Santi Giacomo e Cristoforo e con il patrocinio del Comune. Spiega don Gianni Manzone, dell’Ufficio: «A La Morra la discussione è stata arricchente: per questo, abbiamo deciso di riproporla, in un Comune che ha fatto i conti con il fenomeno».
L’inchiesta “Iron rod”, avviata dalla Procura astigiana dopo aver portato alla luce le violenze nei confronti di alcuni braccianti delle vigne stranieri, ha avuto come sfondo le colline di Mango. Lo ricorda bene il sindaco Damiano Ferrero, che è anche imprenditore agricolo: «Siamo stati noi, nel 2022, ad accendere questa miccia, denunciando. Sono stato minacciato di morte da chi oggi, dopo il processo, ha l’obbligo di residenza in paese. Per fortuna, è interdetto dalla sua attività. Dopo questi fatti, non è più un tabù parlare di caporalato, anche se la strada è ancora lunga».
Gli ospiti
Affrontare il tema resta il primo passo: «Un Comune da solo non può farcela. Dobbiamo essere pronti per la prossima vendemmia: non si trova manodopera e gli imprenditori si rivolgono agli intermediari, diventando complici di questo sistema malato». Oltre a Ferrero, interverranno alla serata diversi ospiti, moderati dalla giornalista di Gazzetta d’Alba Francesca Pinaffo: don Mario Merotta, direttore della Caritas diocesana; Stefania Bergia, referente della fondazione Industriali; Sandro Durando, vicepresidente di Confcooperative Piemonte Sud; Jessica Cerrato di Confagricoltura e Claudia Lerda di Coldiretti; Tommaso Bergesio (Cgil), Antonio Bastardi (Fai-Cisl) e Alberto Battaglino (Uila-Uil); Maria Cristina Galeasso, per il progetto di Accademia della vigna.
Ci sarà anche Luca Tosa, vicepresidente dell’associazione Comuni del Moscato.
g.a.
