
IL LIBRO «Il protagonista non poteva essere un fotografo, ma tra le pagine c’è tanto di me e altrettanto di parecchie persone che mi circondano». Franco Negro (foto), che dietro l’obiettivo e in negozio ha passato gran parte della sua vita, ha scelto un orologiaio come protagonista del suo primo libro, Amacanera, pubblicato da Edizioni progetto cultura di Roma e in libreria da alcuni mesi, dove è di nuovo disponibile dopo la seconda ristampa. La prefazione è di Edoardo Borra. In copertina c’è un acquerello di Enzo Mastrangelo.
«Sono molto orgoglioso dei risultati che sta ottenendo il libro soprattutto perché non si tratta di un’autoproduzione», dice l’autore, che ha portato avanti ad Alba la storica attività di famiglia – Foto Martina, avviata nel 1868 da Filippo Martina – ma che è anche un grande appassionato di scrittura. «Mi sono sempre cimentato con le parole, fin da quando ero ragazzo. Da quando sono pensionato, poi, ho più tempo a disposizione. O, forse, mi serviva soltanto trovare la storia giusta».
La prima scintilla di Amacanera è arrivata parecchi anni fa e ha preso forma nel tempo, passo dopo passo, tra momenti di lavoro più intenso e altri di riflessione. Al centro della vicenda c’è Giacomo, che di mestiere ripara orologi. Ha una vita monotona e senza colpi di scena, quando scopre di essere padre di Arianna, nata da un rapporto di gioventù con Laura: quest’ultima, scomparsa, riappare improvvisamente come la Fenice.
È a questo punto che si sviluppa l’intreccio, tra traffici loschi, storie familiari e un’evoluzione che riguarda in primis la personalità dello stesso protagonista. «Ho scelto un orologiaio perché porta avanti un lavoro di bottega, non certo avventuroso. Ho passato anche parecchio tempo a studiare i dettagli del mestiere, così da rendere il tutto credibile. Quando lo conosciamo, Giacomo segue la sua routine e non ha particolari ambizioni». Anche l’ambientazione è importante: l’Umbria, una terra di piccoli borghi.
Riprende l’autore: «A un certo punto, il protagonista si ritrova in una vicenda complessa, che lo porta a vivere momenti molto lontani dalla tranquillità che caratterizza da sempre la sua esistenza». Le tinte sono quelle del giallo, ma non in senso classico: è più la storia di un uomo adulto e della sua crescita personale. Per quanto riguarda la scrittura, contribuisce a sua volta a trasportare il lettore nel mondo di Giacomo: «Ci sono intere parti in prima persona. Quando sono davanti alla pagina, non seguo scalette: mi muovo di getto. È il mio primo libro: è un percorso nuovo anche per me».
La vicenda di Giacomo non è finita con Amacanera: sarà una trilogia, con altre due uscite all’orizzonte. «Se nel primo libro la sua vita è stata sconvolta, nel secondo si ritroverà a muoversi in questa nuova dimensione. Nel terzo, infine, sarà un uomo nuovo, più attivo e responsabile». E poi, ci sono già altre storie nel cassetto: «Mi piacerebbe molto scrivere un libro sui miei ricordi albesi, tra grandi personaggi e pagine che meritano di essere approfondite: per ora è solo un progetto da sviluppare, ma ci sto pensando».
g.p.
