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Inaugurato il Centro di Formazione all’Ospedale di Verduno: Vito Mancuso riflette sulla medicina tra etica, esperienza e intelligenza artificiale

Inaugurato il Centro di Formazione all’Ospedale di Verduno: Vito Mancuso riflette sulla medicina tra etica, esperienza e intelligenza artificiale

VERDUNO Ieri, giovedì 27 febbraio 2025, un evento speciale ha avuto luogo all’Ospedale Michele e Pietro Ferrero di Verduno, in occasione dell’inaugurazione del nuovo Centro di Formazione, nato grazie a una generosa donazione di Anna Maria Cantamessa e del marito Guido Giri. Questi nuovi spazi, intitolati ai donatori, sono destinati alla formazione del personale ospedaliero, con l’obiettivo di offrire una preparazione sempre più qualificata e umana ai professionisti della salute.

A questo importante momento di crescita e innovazione per l’Ospedale Alba-Bra, ha preso parte il filosofo e teologo Vito Mancuso, che ha tenuto una lectio magistralis sold out dal titolo “L’insegnamento della medicina da Ippocrate all’intelligenza artificiale”. Il suo intervento ha sollevato riflessioni profonde sulla formazione e sull’evoluzione della medicina, suggerendo che la vera preparazione professionale non possa prescindere dall’esperienza, dall’etica e dalla cultura.

Inaugurato il Centro di Formazione all’Ospedale di Verduno: Vito Mancuso riflette sulla medicina tra etica, esperienza e intelligenza artificiale 1

Mancuso ha iniziato il suo intervento con una riflessione fondamentale: -«La prima condizione per essere un buon insegnante è rimanere un buon ‘imparante’».

La sua tesi si è concentrata sulla necessità di non smettere mai di imparare, a qualsiasi livello della propria carriera o nella propria vita. L’apprendimento, secondo Mancuso, non deve mai cessare, e il suo invito è rivolto a tutti, in particolare a coloro che hanno la responsabilità di insegnare e formare gli altri.

In un’epoca in cui la competizione e la ricerca della prestazione dominano la scena, il filosofo ha sottolineato l’importanza di recuperare le dimensioni fondamentali dell’umanità. «Essere un buon insegnante significa conservare il desiderio di imparare, ma anche perseguire una formazione integrale. Non è importante solo ciò che si sa, ma soprattutto ciò che si è», – ha dichiarato Mancuso, evidenziando che la crescita non può essere solo intellettuale, ma deve essere anche esperienziale, etica e culturale. Queste dimensioni devono essere al centro della preparazione, in particolare in un settore come quello sanitario, dove la dimensione umana è fondamentale.

L’intervento di Mancuso ha anche posto una riflessione applicabile all’universo sanitario: solo una medicina che riesca ad abbracciare la totalità della persona, considerando le sue dimensioni biologiche, psicologiche e sociali, può garantire una cura integrale e umana. Una medicina che comprenda la multidimensionalità del paziente e del suo ambiente, ponendo l’accento sull’importanza della persona nella sua interezza, è ciò che davvero può fare la differenza nel panorama sanitario contemporaneo. «La medicina deve sempre ricordarsi di non essere una scienza ma di essere un’arte. – ha affermato – Un’arte che senza la scienza non potrebbe esistere. La medicina per essere esercitata ha come condizione necessaria l’acquisizione della scienza, l’esercizio della scienza. Ma se la medicina dimenticasse la sua dimensione umana di essere arte verrebbe meno a se stessa».

L’incontro è stato promosso nell’ambito della rassegna Persone in Scena e reso possibile anche grazie al contributo della Fondazione CRT, confermando l’impegno della Fondazione Ospedale Alba-Bra nel promuovere la formazione continua e l’eccellenza nella cura del paziente. Un’occasione, quindi, per riflettere sulla medicina, sull’educazione e sul futuro del nostro sistema sanitario, in un momento storico che chiede più che mai un ritorno alla centralità della persona e delle sue esigenze umane.

alice ferrero 

Lectio magistralis del filosofo e teologo Vito Mancuso

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