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Alba / Moretta, dal Neolitico ai giorni nostri con Sergio Susenna

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ALBA Da ottobre, il centro anziani di via Rio Misureto si trasforma, una volta al mese, nella Casa del quartiere Moretta. L’iniziativa, promossa dai comitati di quartiere Moretta corso Langhe e Moretta due, presieduti da Maria Grazia Perrone e Gianfranco Giordano, punta a favorire la socialità e l’integrazione tra i residenti tramite incontri culturali di vario tipo. Dopo le donne di Langa nella Resistenza, protagoniste a marzo nella conferenza di Renato Vai, il titolo della serata di aprile sarà “Quartiere Moretta: storia e territorio”.

L’appuntamento è per sabato 12 aprile alle 21: a parlare sarà Sergio Susenna. Maestro elementare in pensione, collaboratore del museo Eusebio, memoria storica del rione e agitatore culturale, inizierà la trattazione con «un piccolo preambolo su cosa significhi essere una comunità. Partirò poi dalla strada romana che attraversava l’odierno quartiere e affiancava l’acquedotto, del quale ho visto con i miei occhi le rovine. Dei miei studi, condotti anche nella zona dell’attuale supermercato Presto fresco, dove furono trovati resti del Neolitico, oggi ne beneficia economicamente chi organizza le passeggiate incentrate sul passato sotterraneo della città».

La Moretta inizia a chiamarsi così soltanto in epoca relativamente recente, «se la chiesa di Santa Margherita è del Trecento, la cappella nella zona del santuario è del 1711. Fu fatta edificare dalla signora Marengo, devota della Madonna del Pilone di Moretta, lungo l’antica strada per Diano, attuale via Dei partigiani. Il primo edificio di rilievo nella zona fu la scuola Enologica, del 1881, mentre il santuario è del 1908. I mattoni furono donati dalla fornace Montanaro. L’antica cappella fu abbattuta per fare spazio all’attuale cinema, primo nucleo dell’oratorio dei Giuseppini».

In epoca medievale, prosegue Susenna, la zona «era suddivisa in “camparia di Monfrario” e “camparia della Cherasca”, come si legge nello statuto del 1275. La vocazione agricola fu mantenuta per lungo tempo. Ancora nel Novecento, l’attuale controviale di corso Langhe era il luogo prediletto per le passeggiate degli albesi: per circa quattro chilometri, sui due lati, ogni cinque metri era presente un ombroso olmo».

Altro tema che affronterà Susenna sarà l’evoluzione urbanistica che è avvenuta nel tempo, «il catasto napoleonico è il primo a censire tutte le cascine della zona. L’ho confrontato con i rilievi cartografici del 1904 e del 1968 e con la pianta del Piano regolatore del 1972».

Davide Barile

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