
CERESOLE D’ALBA In occasione dell’ottantesimo anniversario della liberazione, ieri, domenica 27, il Comune ha aderito all’iniziativa lanciata dalla Regione e dal Comitato Resistenza e Costituzione aprendo le porte del Municipio ai cittadini e rendendo omaggio ai sindaci, dal dopoguerra a oggi. Alla cerimonia, iniziata con l’alzabandiera da parte degli Alpini davanti al monumento ai Caduti, è intervenuto il presidente della Regione Alberto Cirio. Le porte del Comune erano già state aperte, una decina di giorni fa, ai bimbi della scuola dell’infanzia, curiosi di visitare il palazzo e cercare lo stemma del Comune. È stata una bellissima giornata perché volevano capire quali erano le attività e uno di loro si è già proposto come futuro sindaco di Ceresole. «Se un bimbo ha detto che da grande vorrebbe fare il sindaco, probabilmente sono riuscita a trasmettere il mio entusiasmo nel ricoprire questo ruolo, pur con le mille responsabilità e i mille pensieri che si porta appresso», ha sottolineato la sindaca Chiara Masia.
Gli undici sindaci che si sono succeduti nel dopoguerra, ai quali sono andati i ringraziamenti da parte di tutta l’Amministrazione comunale sono: Aldo Negro (in carica dal 15 giugno 1945 al 9 aprile 1946), Camillo Gioda (9 maggio 1946-8 settembre 1946), Antonio Burzio (1946-1951), Luigi Toso (1951-1956), Tommaso Lisa (1956-1962), Mario Antonio Piumatti (1962-1975), Francesco Bonetto (1975-1980), Vito Frappampina (1980-1995), Giuseppe Piumatti (1995-2004), Bruno Lovera (2004-2014) e Franco Olocco (2014-2024).
«Dopo 11 sindaci uomini, Ceresole ha scelto una donna. Ne sono molto fiera e spero di ricoprire il ruolo nel migliore dei modi, confidando nei consigli, che non mancano, di chi prima di me ha ricoperto il ruolo con passione, competenza e dedizione», ha dichiarato Chiara Masia, eletta lo scorso anno. La vicesindaca, Maria Pallotti, che a Ceresole ha dedicato tutta la sua vita professionale, ricoprendo il non certo facile incarico di vigilessa, ha aggiunto «A nome mio e, penso di poter dire anche a nome dei dipendenti comunali, voglio dire grazie. Grazie per aver creduto nel valore delle istituzioni locali come presidio di democrazia e umanità, grazie a chi c’è stato, a chi c’è e a chi verrà».
