DOGLIANI Da qualche giorno, nell’androne del Municipio c’è un blocco di cemento con, al centro, un grande stemma del Comune.
Spiega il sindaco Claudio Raviola: «Si tratta di un oggetto che ho ritrovato per caso durante il riordino del magazzino comunale. Per capire di cosa si trattasse, ho chiesto consulenza al professor Giuseppe Martino, presidente dell’associazione Amici del museo Gabetti. Grazie a lui, ne abbiamo ricostruito la storia, la cui origine deriva dal fabbricato ottocentesco del tiro a segno».
Puntualizza Martino: «Dopo le tre guerre di indipendenza, il nuovo Stato italiano incentivò i Comuni più grandi a dotarsi di impianti per la pratica della disciplina, con l’obiettivo di far esercitare i giovani all’uso delle armi. A Dogliani l’avvio dei lavori avvenne nel 1884 su proposta del sindaco Giuseppe Mauzi, nei prati pianeggianti di Cabuello, contro la rocca alla sinistra del Rea. L’edificio, di ispirazione schelliniana, era sovrastato da un un frontone triangolare, al centro del quale spiccava un imponente stemma del Comune».
Il declino del tiro a segno si ebbe a metà del Novecento. «L’impianto cadde in disuso e, negli anni Ottanta, furono demolite le paratie allineate lungo il Rea per fare spazio ai nuovi impianti sportivi di via Chabat. Successivamente, nel 2015, fu demolito pure il fatiscente fabbricato», prosegue Martino.
Fu però salvata la balaustra con lo stemma comunale ritrovata di recente. Sottolinea Raviola: «Il reperto era in condizioni pessime, oltre al colore mancavano alcuni pezzi. Io e i colleghi della lista Insieme per Dogliani abbiamo deciso di pagare l’intervento di restauro. Abbiamo incaricato Franco Sebastiano Alessandria di Piozzo, un artista dotato di mani in grado di fare tutto ciò che la sua mente elabora. Lo ha riportato all’antico splendore e ora resterà all’ingresso del Municipio in attesa di trovare una collocazione definitiva».
Davide Barile
