
ECONOMIA «Una difficoltà in più per questo momento confuso: speriamo che ci siano ancora trattative che possano convincere a mettere condizioni diverse». Sergio Germano, presidente del consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, rassicura sul reale effetto che avranno i dazi di Trump sul settore vitivinicolo: «Siamo arrivati dappertutto con i nostri prodotti vista la loro particolarità, perciò l’incidenza percentuale dell’export in America è un po’ minore, siamo intorno al 20/25%». La situazione non è comunque positiva: «Gli Usa restano un mercato storico che è stato coltivato negli ultimi trent’anni in modo molto intenso e bisogna fare il possibile per mantenerlo o trovare un equilibrio».
Si parla di «un 80 per cento di Barolo e 60 di Barbaresco che vengono mandati fuori dall’Italia: tutte e due hanno un 20% che va negli Usa, non c’è una differenza abissale tra loro».
Chi soffrirà di più è «tutto l’indotto di importazione, distribuzione e mescita, che non è solo piemontese e avrà un danno importante se rallentano le vendite. La zona di produzione risentirà meno». I prodotti più svantaggiati sono quelli di «fascia quotidiana, che saltano di categoria e vanno fuori range. Sarà sicuramente un freno iniziale, anche se dare numeri e percentuali è difficile in questo momento».
Il problema è l’aumento del costo alla base
Perciò in questi giorni, secondo il presidente del consorzio, «il Vinitaly è stato un momento di confronto, ma purtroppo la situazione resta la stessa. Il problema è l’aumento del 20% del costo dei prodotti alla base: ogni azienda quindi deciderà se andare o meno incontro alle condizioni del cliente». Tutto ciò arriva in un momento in cui anche il lato interno non gioca a favore del consumo di vino. La paura per l’inasprimento delle sanzioni del Codice della strada sembra essere passata, ma ha comunque avuto una forte eco: «Come tutte le cose appena escono uno le nota, c’è stato questo terrore diffuso dovuto alla comunicazione, ma comunque i limiti non sono cambiati, già prima le condizioni erano le stesse».
La cosa importante è che «la legge parla di alcol, noi dobbiamo parlare di vino: si tratta di un alimento con un contenuto di alcol, che però aiuta in modo esponenziale il godimento della cucina».
l.g.
