
VINUM È l’anno delle novità per Vinum, la più grande enoteca a cielo aperto d’Italia, alla sua prima volta come manifestazione internazionale e con un ente Fiera rinnovato. Dopo dieci anni di presidenza di Liliana Allena, da alcuni mesi il testimone è passato ad Axel Iberti, affiancato da un Consiglio altrettanto nuovo. Ma non si tratta solo di questioni formali: l’edizione numero 47 sarà anche caratterizzata da una nuova organizzazione delle piazze del centro storico cittadino – dove si potranno trovare 200 produttori, 600 etichette e 14 Consorzi di tutela – e da un carnet rivisto per le degustazioni. L’appuntamento è dal 25 al 27 aprile, per poi proseguire dal 1° al 4 maggio. Ne abbiamo parlato con il presidente.
Quale direzione ha deciso di intraprendere per sviluppare Vinum, Iberti?
«Prima di tutto, vorrei dare merito al grande lavoro portato avanti da Liliana Allena che, insieme a una squadra di lavoro molto qualificata, mi ha consegnato le chiavi di una manifestazione di successo. Ci inseriamo in questo solco, affiancando contenuti culturali per arricchire l’esperienza. Nel palinsesto di quest’anno, per esempio, troviamo le mostre dedicate a due artisti albesi: al museo Federico Eusebio è protagonista Pinot Gallizio e, alla fondazione Ferrero, Valerio Berruti. A palazzo Banca d’Alba, si può scoprire la figura di Luciano Degiacomi e, alla fondazione Bottari Lattes a Monforte, una quarantina di opere della collezione privata di Mario Lattes. Il focus rimane sempre uno: la valorizzazione dei nostri vini, un’eccellenza assoluta del territorio, lavorando in sinergia con le enoteche regionali e con i produttori. Insomma, abbiamo voluto cominciare dalla valorizzazione di ciò che abbiamo, portandolo a un livello superiore. Non dobbiamo dimenticarci che la stagione si apre con Vinum e finisce con la Fiera del tartufo: è sempre più importante concentrarci sulla riduzione del turismo mordi e fuggi, allungando i tempi di permanenza dei visitatori».
Oltre alle mostre, ci sono parecchie novità.
«Partirei dagli ospiti internazionali, che saranno grandi vini provenienti da altre regioni e Paesi. L’idea è valorizzare il Piemonte anche attraverso il dialogo con le eccellenze di altri territori. Avremo delle masterclass dedicate: accanto a Nebbiolo e a Passito Loazzolo, verranno presentati i vini della Borgogna. E, per il secondo appuntamento, proporremo un viaggio alla scoperta dei Sauternes, in abbinamento al formaggio. Tra gli ospiti, farà il suo debutto sotto le torri la Sicilia, con il consorzio di tutela Etna Doc».
E per quanto riguarda l’organizzazione delle piazze?
«La grande novità di quest’anno riguarda l’istituzione della lounge dedicata a Barolo, Barbaresco e Alta Langa, che avranno un’area loro all’interno del palazzo delle mostre e dei congressi, al piano superiore, dove i visitatori avranno a disposizione calici specifici per le degustazioni. Al piano inferiore, resterà lo spazio in cui fruire di un’ampia selezione di vini rossi delle Langhe, l’ideale anche in caso di maltempo. Per il resto, nelle piazze, tornerà lo Street food ëd Langa: una celebrazione autentica della cucina popolare in chiave da passeggio, rievocata dai borghi albesi insieme alla Giostra delle cento torri».
Come prosegue la collaborazione dell’ente Fiera con i consorzi di tutela dei vini?
«Mai come quest’anno Vinum è espressione di un sistema che dialoga: 14 Consorzi di tutela (un numero record) saranno presenti nelle diverse aree di degustazione. A loro si affiancheranno i protagonisti dell’enogastronomia, del turismo, della formazione e della sostenibilità. È importante sottolineare la coralità della manifestazione, il segnale di un sistema che si muove in sinergia e che guarda con fiducia alle sfide future. A tal proposito, rispetto al passato, la mia intenzione è quella di intensificare il dialogo con tutti i consorzi e con gli operatori, nel corso dell’intero anno».
Per quanto riguarda le sfide, è un periodo critico per il mondo del vino, basti pensare al nuovo Codice della strada: come si adatterà Vinum?
«A proposito di sfide, è importante ricordare che il nostro pubblico è in gran parte straniero (con visitatori provenienti soprattutto da Stati Uniti, Svizzera, Olanda, Francia, Australia e Regno Unito), ma anche giovane, allo stesso tempo qualificato e appassionato. È l’identikit di chi è abituato a bere in modo responsabile e con consapevolezza. Nonostante ciò, lavoreremo per offrire sempre di più approfondimenti sulla cultura enologica e, in aggiunta, proporremo degli esempi positivi sul comportamento e il senso civico. Abbiamo inoltre deciso di introdurre un etilometro monouso, incluso nel carnet degustazione e disponibile anche singolarmente: sarà un segno concreto di attenzione alla responsabilità individuale e collettiva, che completa l’identità educativa della nostra manifestazione».
Francesca Pinaffo
