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Legge sul tartufo / Sobrero: «Difendere habitat e territorio significa sostenere i trifolao»

TORINO La terza Commissione consiliare del Piemonte ha accolto in audizione l’Unione delle associazioni tartufai del Piemonte per valutare proposte di modifica da sottoporre al Parlamento nazionale riguardo il disegno di legge nazionale  numero 1.412 che disciplina la ricerca, la raccolta, la commercializzazione e le iniziative di tutela del tartufo.

Leggi qui il servizio sulla proposta di legge

«Tutelare il tartufo significa prendersi cura del territorio in cui nasce, delle nostre zone boschive»,  commenta il consigliere Daniele Sobrero, della lista civica Cirio presidente, albese e chef professionista per molti anni con un locale proprio nel centro di Alba. «Il tartufo non è solo un’attrattiva turistica, ma anche, e penso soprattutto al famoso tuber magnatum Pico, il tartufo bianco di Alba, una peculiarità e un patrimonio del nostro territorio: tutelarlo significa non solo preservare le tradizioni della cerca, patrimonio immateriale dell’umanità, e dei trifolao, ma anche prendersi cura di un territorio che in questi anni sta dimostrando fragilità in parte inaspettate, come nel caso della corilicoltura. Senza il territorio e l’ambiente che da sempre costituisce l’habitat ideale per la nascita e la crescita del tartufo, sarà difficile confermare la grande crescita di numeri e fatturato per il comparto turistico e quello dell’enogastronomia».

Daniele Sobrero (sulla destra) alla Fiera del tartufo di Alba

«Le iniziative che vanno in questo senso – conclude Sobrero – costituiscono una piattaforma su cui lavorare, magari apportando miglioramenti: in questo senso apprezziamo il contributo dell’Unione delle associazioni dei tartufai del Piemonte, nella certezza che, come sempre, il Piemonte saprà dimostrarsi unito e collaborativo nella difesa del proprio patrimonio non solo enogastronomico, ma anche culturale. In quest’ottica ho chiesto anche di programmare, se possibile, un’audizione della Commissione con il senatore Bergesio, in modo da condividere con lui gli spunti emersi durante la discussione di oggi».

Il punto di vista dei trifolao

«La Consulta per la valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale ha preso in esame la proposta di legge e il senatore Bergesio ha nuovamente espresso la volontà di tenere in considerazione i suggerimenti arrivati da più parti, in particolare le preoccupazioni riguardanti la libera ricerca e le limitazioni alle aree boschive,  per le quali ci sarà particolare attenzione nella proposta degli emendamenti», spiega Agostino Aprile, presidente dell’Unione delle associazioni trifolau piemontesi.

L’Unione ha consegnato al senatore alcuni suggerimenti, elaborati e discussi a livello nazionale con la Federazione nazionale dei cercatori di tartufi, da inserire come emendamenti che andranno presentati entro il 17 giugno, in vista dell’esame finale del disegno di legge.

Tra gli altri non bisogna farsi sfuggire l’opportunità di avere un unico calendario nazionale per evitare problematiche nel settore commerciale oltre a mantenere la possibilità di continuare nella tradizione della ricerca notturna e limitare le tartufaie controllate che sottraggono aree alla ricerca libera. Secondo i trifolao va anche inserita la necessità di effettuare corsi di formazione per i nuovi cercatori e la richiesta di maggiori controlli su tutta la filiera.

«Possiamo affermare che la discussione è stata utile e produttiva, seppur franca nelle varie posizioni e vivace nei toni, con l’esortazione del caloroso invito del presidente Cirio a rimanere uniti e compatti nelle richieste», conclude Aprile.  «Ora le nostre associazioni si aspettano risultati positivi dai vari confronti che si sono succeduti in questo periodo ( altri ne seguiranno), certi che tutti insieme potremo contribuire al meglio per salvaguardare e preservare il nostro prezioso tartufo».

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