
VERDUNO Trovare un parcheggio negli spazi tracciati all’ospedale di Verduno sta diventando sempre più complicato. Specialmente al mattino, quando è maggiore l’afflusso di persone agli uffici, ai reparti e agli ambulatori, la scelta praticamente obbligata – dopo numerosi “giri” di perlustrazione andati a vuoto –, è quella di lasciare l’auto fuori dagli stalli occupando corsie e spazi non previsti per la sosta.
Del resto, i numeri sono la misura delle cose e al Michele e Pietro Ferrero tra dipendenti, utenti e fruitori dei molti servizi erogati dal presidio, è molto difficile trovare uno spazio libero e praticamente impossibile nelle ore di punta. Dell’argomento ha parlato anche la direttrice generale dell’Asl Cn2 Paola Malvasio nel corso della sua recente audizione davanti alla Quarta commissione del Consiglio comunale.
Così aveva spiegato: «Siamo perfettamente al corrente di questa situazione e stiamo lavorando per affrontare al meglio questa criticità. Le ipotesi di lavoro sono due. Stiamo cercando di ampliare l’area destinata a parcheggio ottenendo l’assegnazione di maggiori spazi nella zona bassa del complesso ospedaliero. In questo modo sarà possibile tracciare altri stalli nelle vicinanze dell’ospedale. Poi c’è una iniziativa della fondazione che sta prendendo contatti con la società Asti-Cuneo per verificare la possibilità di creare un’ampia area a parcheggio alla quota dell’autostrada, che si collegherebbe all’ospedale per mezzo di navette».
Si potrebbe affrontare il problema anche tentando di ridurre il numero delle auto che ogni giorno raggiungono il nuovo nosocomio di Alba e Bra. «In questo senso il carpooling sta funzionando ed è utilizzato da 147 dipendenti», ha ripreso la direttrice.
E ha aggiunto: «È un risultato incoraggiante, ma ci sono spazi di miglioramento. Un ulteriore progresso della situazione si otterrebbe riuscendo a offrire agli utenti un sistema di trasporto pubblico da Alba e Bra che consenta due corse all’ora e non solo una come adesso. Stiamo anche studiando un servizio individuale «a chiamata», svolto soprattutto quando vengono dimessi dal pronto soccorso pazienti in orario notturno e non è più attivo il servizio autobus, che cessa alle ore 23».
Beppe Malò
