
VINUM Il Vermouth di Torino è tra i protagonisti di Vinum con uno spazio in piazza Medford, aperto tutti i giorni dalle 10.30 alle 20. La degustazione costa 6 euro, ridotti a quattro per i possessori del carnet di Vinum. A illustrare i dettagli è Pierstefano Berta, direttore del consorzio di tutela: «I visitatori potranno scegliere tra oltre sessanta etichette, incluse le versioni dry, extra dry, bianco, rosé, rosso e ambrato. Ogni giorno saranno presenti alcuni produttori per incontrare il pubblico. Il Vermouth sarà servito pure durante le cene al castello di Roddi».
Il consorzio è stato fondato nel 2013 e la bevanda ha ottenuto l’Indicazione geografica protetta nel 2017. Berta descrive così il prodotto: «Il Vermouth è profondamente radicato in Piemonte, esportato fin dall’Ottocento, ben prima di molti altri vini della regione. Sebbene ogni produttore custodisca gelosamente la propria ricetta, è obbligatorio che le artemisie provengano dal Piemonte. La maggior parte di quelle utilizzate sono di Pancalieri, paese celebre per la produzione di erbe officinali».
Il termine vermouth deriva da una versione italianizzata del tedesco Wermut, nome con cui si indica l’artemisia absinthium, meglio nota come assenzio o, in piemontese, bonmè.
Per il Vermouth di Torino si utilizzano vini locali e in etichetta è possibile riportare la varietà e la denominazione di origine. «Alcuni produttori preferiscono il Moscato, altri si orientano su bianchi secchi come il Cortese o l’Erbaluce o su vini rossi di vario genere. Ogni azienda ha libertà di scelta. Il Vermouth rappresenta per molti un’opportunità per distinguersi nel mercato». Tra i membri del consorzio figurano realtà storiche e moderne, piccole e grandi, con nomi notissimi come Carpano, Cinzano, Gancia, Martini & Rossi al fianco di altri di grande tradizione.
Secondo Berta «dal 2018 le vendite hanno registrato una crescita annua media del 24,7 per cento, segno dell’apprezzamento sempre crescente da parte dei consumatori. Il valore di mercato è salito da 32 a 172 milioni di euro nel 2024, con una produzione passata da 1,9 a 6,8 milioni di bottiglie da tre quarti di litro. Il 65 per cento del totale è destinato alle esportazioni. All’estero spesso il Vermouth è impiegato per i cocktail, un ambito che ultimamente è particolarmente amato pure dai giovani italiani».
Ma le potenzialità del Vermouth vanno ben oltre: «È eccellente in abbinamento con molte specialità piemontesi. Già nell’Ottocento era servito con ostriche gratinate e foie gras, ed è ottimo con acciughe al verde, carne cruda, vitello tonnato, flan, formaggi, salumi, paste di meliga e cioccolato».
Per conoscere la storia e le caratteristiche del Vermouth, ad Asti, a palazzo Ottolenghi, è in corso l’allestimento di un museo dedicato. Tra i progetti del consorzio di tutela vi è l’ideazione di una Strada del Vermouth, percorso che toccherà aziende e terre d’origine della bevanda.
Davide Barile
