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Vinum / Sommelier Ais, guide affidabili tra seicento vini da provare

Vinum / Sommelier Ais, guide affidabili tra seicento vini da provare

VINUM Quattordici consorzi di tutela, duecento produttori e seicento etichette. Sarà questo il patrimonio a disposizione dei visitatori di Vinum, sapientemente gestito, centellinato e divulgato da una trentina di sommelier dell’Ais nei banchi di assaggio aperti dalle 10.30 alle 20 da giovedì 1° a domenica 4 maggio.

I sommelier – la Treccani spiega che il termine deriva dal provenzale antico saumalier «conduttore di bestie da soma» da cui deriva il significato di «cantiniere» – sono anche indispensabili a Roddi, per guidare i commensali di Vinum a tavola, e naturalmente in tutti i Vinum lab, i momenti di approfondimento come quelli dedicati all’abbinamento tra vino e formaggi.

Vinum / Sommelier Ais, guide affidabili tra seicento vini da provare 1Come spiega Rosalba Rolando, delegata da giugno 2022 dell’Ais per Cuneo e Alba e vicepresidente regionale con Fabio Gallo, «la novità di quest’anno riguarda l’istituzione di un’area degustazione, o meglio, una lounge, nel palazzo mostre e congressi Giacomo Morra per assaporare Barolo, Barbaresco e Alta Langa. I biglietti andranno acquistati a parte rispetto al carnet che dà diritto ad assaggiare tutto il restante patrimonio vinicolo piemontese».

Compresi nella serie di tagliandi, sempre al palazzo Mostre e congressi saranno disponibili le Doc Nebbiolo d’Alba, Langhe Cabernet Sauvignon, Langhe Nebbiolo, Barbera d’Alba, Langhe Freisa, Langhe Rosso, Langhe Merlot, Verduno Pelaverga, Dolcetto d’Alba Superiore e le Docg Diano d’Alba e Dogliani, entrambi nella versione superiore.

Usciti dal palazzo, tra via Snider e piazza Medford ci saranno i vini provenienti da vitigni a bacca bianca della Doc Langhe: Arneis, Bianco, Chardonnay, Favorita, Nascetta, Sauvignon, Riesling, Rosato e Rossese bianco. Accanto, si troveranno Dolcetto d’Alba, Diano d’Alba e Dogliani, oltre al Vermouth di Torino.

Spostandosi nel cortile della Maddalena, i visitatori potranno scegliere tra un’ampia selezione proveniente da tutta la regione. L’elenco comprende: Roero, Roero Arneis (pure nella versione spumante); i vini del Monferrato, ossia le Docg Barbera d’Asti, Nizza, Ruchè Castagnole Monferrato, Terre Alfieri e le Doc Albugnano, Cortese dell’Alto Monferrato, Dolcetto d’Asti, Freisa d’Asti, Grignolino d’Asti, Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, Loazzolo, Piemonte Albarossa, Piemonte Merlot, Piemonte Pinot Noir e Piemonte Syrah.

Si chiude il sipario sul primo weekend di Vinum 12
Vinum 2025 – foto di Barbara Guazzone

Completano il quadro le Docg Brachetto d’Acqui, Gavi, Erbaluce Caluso, Barbera del Monferrato Superiore, Gattinara e Ghemme, più le Doc Colli Tortonesi, Carema, Canavese, Grignolino del Monferrato Casalese, Rubino di Cantavenna, Gabiano, Colline Novaresi, Valli Ossolane, Boca, Bramaterra, Fara, Coste della Sesia, Lessona, Sizzano e Pinerolese.

Invece nella piazza Michele Ferrero ci sarà spazio per Moscato d’Asti e Asti spumante, serviti pure in versione cocktail a bordo dell’Ape Asti glam, e per il consorzio tutela della Grappa del Piemonte e Grappa di Barolo. Prosegue Rolando: «Oltre ai banchi d’assaggio e ai laboratori, saremo impegnati nelle cene, nei corsi di cucina a Roddi e all’appuntamento musicale all’Enologica. Ci riteniamo portavoce autorevoli e promotori del vino, pronti a soddisfare ogni curiosità del pubblico su caratteristiche, storia e cultura. Vinum attira dal neofita all’esperto, tutti però sono accomunati dal desiderio di imparare. Tra loro, vi sono moltissimi giovani».

In Piemonte l’Ais conta su dieci delegazioni per un totale di circa 4.300 soci, di cui ottocento in provincia di Cuneo. Per gli aspiranti assaggiatori, l’ente organizza corsi semestrali suddivisi su tre livelli.

Sommelier di lungo corso, Rosalba è una miniera di episodi e aneddoti divertenti: «È capitato mi domandassero se il Dolcetto fosse dolce e c’era chi chiedeva un Barolo bianco. Tra le perle dello scorso anno figurano richieste come “qualcosa di graduato antico”, “un vino non troppo stagionato”, “non troppo acidognolo” e “pass dosé”. La migliore, detta forse da uno che voleva fare il figo, è “l’affinamento in Barhein”».  

Davide Barile

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