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Vinum / Stefano Mosca: «La nostra rassegna dei vini oggi è una destinazione di viaggio»

Oltre alle proposte innovative, quest'anno Vinum è caratterizzato anche da una nuova modalità di fruizione, con un ticket dedicato ai grandi rossi

Vinum / Stefano Mosca: «La nostra rassegna dei vini oggi è una destinazione di viaggio»
Stefano Mosca, direttore dell'Ente fiera.

VINUM Stefano Mosca, direttore dell’ente Fiera di Alba dal 2019, nel parlare di come Vinum si sia evoluto nel tempo sottolinea un aspetto: «La rassegna oggi è una destinazione di viaggio, cosa che anni fa non accadeva. I turisti programmano e scelgono alberghi e date in funzione della manifestazione. È il frutto di un percorso di crescita. In più, Vinum è un’occasione unica, in cui il vino piemontese incontra la gente: sembra qualcosa di banale, ma non lo è. In questi mesi, i vitivinicoltori hanno viaggiato per l’Italia, l’Europa e il mondo, passando da una fiera all’altra. Hanno parlato con operatori, distributori, giornalisti del settore. Però, alla fine, a bere il vino sono le persone: per incontrarle, Vinum è davvero una delle rare occasioni. Mai come quest’anno, il Piemonte è così ben rappresentato. Oltre alle etichette più note, i visitatori hanno la possibilità di conoscere le denominazioni meno conosciute. E possono farsi una propria opinione, senza doversi affidare alle guide e a chi dà pareri in merito».

Chi è il visitatore medio?

«Nel corso degli anni, il pubblico è cambiato molto. Per il settanta per cento, oggi, è costituito da giovani dai 18 ai trent’anni. Chi viene a Vinum vuole approfondire la conoscenza del vino e della sua cultura. Grazie ai sommelier dell’Ais è l’occasione per imparare qualcosa in più. La manifestazione serve ad avvicinare le persone: in un momento in cui il consumo diminuisce, a causa di tanti ostacoli, i produttori incontrano gli acquirenti per raccontare il loro lavoro. Chi cammina tutto il giorno per la città è un consumatore consapevole, che tra l’altro ha la possibilità di assaggiare, grazie ai borghi, qualche piatto tipico».

In che modo Vinum incentiva il consumo consapevole?

«Da quest’anno ai partecipanti forniamo un etilometro monouso. Vogliamo dare un messaggio e ricordare che c’è un nuovo Codice della strada che inasprisce le sanzioni. Quindi, prima di mettersi alla guida, è utile misurare l’alcolemia. Non è demonizzare il vino, ma promuoverne un uso adeguato. Diffondere la cultura del mondo vitivinicolo significa pure poter usufruire di esperienze enogastronomiche. Accanto ai banchi in centro ad Alba, proponiamo i corsi di cucina e le cene al castello di Roddi. Qui, in abbinamento al cibo, si possono assaggiare diverse etichette per trovare quella più appropriata, senza essere obbligati a svuotare il bicchiere. Lo scopo è sempre fare cultura».

Quali sono le altre proposte di Vinum?

«Durante la rassegna, oltre a scoprire Alba, si possono conoscere, grazie a visite guidate, le colline di Langa, Monferrato e Roero. Le ricadute, insomma, sono ampie. È presente uno spazio per i bambini, in cui le famiglie possono far giocare i propri figli in modo intelligente. E, a completamento dell’esperienza, c’è una larga offerta culturale, fatta di mostre e concerti».

Tra le novità, c’è la differenziazione dei biglietti per le degustazioni.

«Il carnet è stato suddiviso per valorizzare determinate denominazioni. Per le Docg Barolo, Barbaresco e Alta Langa abbiamo creato uno spazio riservato, in cui gli assaggi si effettuano con bicchieri dedicati. È un’esperienza nell’esperienza. Altra novità, durante Vinum lab, è l’opportunità di confrontare i vini locali con quelli internazionali di gran pregio».

Rispetto alla Fiera del tartufo che occupa l’autunno, Vinum è un fratello minore che sta crescendo?

«I numeri continuano a essere molto diversi, ma forse va bene così. E rileviamo, per Vinum, una tendenza positiva e un buon margine di crescita. Resta importante il turista di prossimità, che in un certo modo è fidelizzato e ha l’occasione di conoscere vini meno noti a un prezzo interessante. Allo stesso tempo arrivano visitatori dal mondo intero. Sono meno rispetto all’autunno, ma assistiamo a un fenomeno che prima non esisteva. Voglio sottolineare il riconoscimento a un grande personaggio che ci ha appena lasciati, Giacomo Oddero. Era dotato di lungimiranza e visione, lanciò sia Vinum sia il Centro studi tartufo. È stato uno dei patriarchi dell’Albese. Ancora oggi beneficiamo delle sue iniziative».

Davide Barile

Fotoservizio Barbara Guazzone

 

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