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Ceresole / La rinascita dell’Omlat parte dalla formazione, ora si punta alla Cina

La nuova proprietà sta puntando sui giovani e sul mercato cinese, il fatturato è in crescita e si sta valutando l'ipotesi di ampliare l'area produttiva

Ceresole / La rinascita dell’Omlat parte dalla formazione

CERESOLE L’Omlat, con l’arrivo della nuova proprietà, ha superato i momenti difficili. Il periodo di massimo sviluppo è stato tra il 1996 e il 1998 con la costruzione di un nuovo stabilimento e un forte incremento dell’organico, arrivato a 150 dipendenti tra Ceresole e Corneliano.

Con la crisi economica globale del 2008-2009 è iniziato il declino, fino al fallimento del 2021. L’azienda è rimasta per oltre un anno sotto il controllo del Tribunale in regime di «fallimento in continuità», cioè con la possibilità di proseguire l’attività, ma a determinate condizioni.

Franco Racca, responsabile dello stabilimento, spiega: «Era possibile sostituire il personale in uscita, ma non aumentare l’organico e gli interventi sugli impianti erano limitati alla manutenzione».

L’instabilità aziendale ha portato a una riduzione degli addetti del 20%, con l’uscita di una decina di figure. Tuttavia, la produzione è stata mantenuta. «Il personale ha mostrato grande senso di responsabilità, tanto da permettere un leggero aumento degli utili, segno del valore e dell’impegno dei lavoratori», conclude Racca.

Dopo due aste giudiziarie andate deserte, nel 2023 l’Omlat è stata acquisita dal gruppo Oli, leader mondiale nella tecnologia della vibrazione industriale, segnando l’inizio di una nuova fase di rinascita.

Racconta Michele Modenese, amministratore delegato di Oli: «Avevamo già provato a comprarla con la vecchia proprietà, ma non fu possibile avviare un dialogo. Quando si è presentata una nuova occasione e il prezzo era interessante, abbiamo deciso di procedere».

L’acquisizione è stata gestita dalla casa madre cinese Wolong, partner di Oli da 27 anni. Con il cambio di proprietà, l’azienda ha assunto il nome di Omlat mechatronics ripartendo senza debiti e avviando un primo incremento del personale. Particolare attenzione è stata rivolta ai giovani, avviando un progetto di formazione aziendale in collaborazione con Apro.

«In passato si faceva poca formazione. Ora partiamo con corsi di inglese ed Excel per portare nuove competenze in azienda», spiega Modenese.

L’ingresso nel gruppo Wolong ha ampliato gli orizzonti commerciali di Omlat mechatronics, aprendo l’accesso al mercato cinese, il più grande al mondo nella produzione di macchine utensili. «Questo aspetto ha permesso all’azienda di risentire meno della crisi rispetto ad altri concorrenti», sottolinea Modenese. Oli ha scelto di valorizzare le risorse esistenti, puntando su competenze e professionalità sottoutilizzate. Continua Modenese: «C’erano risorse inespresse da tempo. Le conoscenze sui mandrini erano altissime, ma rivolte a una clientela ridotta, senza stimoli o prospettive di crescita».

Da qui la decisione di agire su due fronti: il rafforzamento dell’ufficio tecnico, con il rientro in azienda di un ingegnere meccanico e uno elettrico, e il potenziamento dell’ufficio commerciale per rispondere alla crescente richiesta di prodotti personalizzati.

Nonostante le difficoltà del settore, con cali tra il 10 e il 30% per molte aziende concorrenti, Omlat mechatronics ha registrato una crescita dei ricavi del 10 per cento. «L’obiettivo a medio termine è raddoppiare il fatturato nell’arco di cinque anni», annuncia Modenese. A supporto di questa situazione, è già stata considerata la possibilità di un’espansione su un terreno adiacente di proprietà dell’azienda. «Tuttavia, per ora, la priorità resta la crescita economica. Bisogna fare un passo per volta», conclude il dirigente.

In parallelo, sono in corso investimenti per rendere lo stabilimento energeticamente indipendente, attraverso l’installazione di pannelli solari. Con una visione chiara e uno sguardo proiettato all’innovazione e ai mercati globali, Omlat mechatronics si prepara a scrivere un nuovo capitolo della sua storia.

L’azienda è nata a Torino, a Ceresole un palazzo per ospitare i dipendenti

LA STORIA Fondata nel 1940 a Torino dai fratelli Munnia, emigrati dalla Svizzera con l’obiettivo di operare nel settore della meccanica di precisione, negli anni ’70 l’Omlat è stata trasferita a Ceresole, dove si concentrano progettazione, montaggio e spedizioni, che successivamente andranno anche in parte nell’azienda di Corneliano (la Comett).

Per facilitare il trasferimento del personale da Torino, i Munnia fecero costruire un palazzo destinato ai lavoratori. Antonio Mari, dipendente dal 1969 al 2008, racconta: «Io e altri abbiamo abitato lì per diversi anni».

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I rapporti umani erano profondi e continuavano anche dopo la pensione: «Il 7 novembre festeggiavamo insieme il compleanno di Guerino Munnia. Quando ha compiuto 100 anni siamo andati tutti alle Tre ruote».

Fin dai primi anni l’azienda si è orientata verso l’export, iniziando con Russia e Balcani, poi espandendosi verso Cina, Asia orientale e, soprattutto, Germania e Giappone.

 Chiara Bonetto

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