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La dipendenza da gioco d’azzardo va fermata, le associazioni chiedono risposte alla Regione

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di Elisa Rossanino

TORINO– Il banco vince sempre e a farne le spese sono i più deboli, caduti nella spirale del gioco d’azzardo patologico (Gap). Così martedì 17 l’associazione Libera con altre 40 realtà del territorio, tra cui Acli, Sermig, Caritas, Pastorale del lavoro e della salute, sono tornati a Torino sotto le finestre di palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte, per chiedere di riportare al centro del dibattito politico il tema.

Perché, come ha ricordato il cardinale Matteo Zuppi «mentre il sistema finanzia campagne per curare i giocatori patologici che esso stesso crea, la dipendenza dovrebbe essere trattata come una questione sociale, educativa e sanitaria, piuttosto che una mera questione economica».

Una piaga sociale che dilaga in tutto il Paese, lo confermano i numeri: nel 2024, le spese per le scommesse in Italia hanno raggiunto i 157 miliardi di euro e il Piemonte non è immune.

«Una battaglia politica e sociale che portiamo avanti dal 2021 con la campagna “Giochiamo la nostra partita”, nata in seguito all’abrogazione della legge del 2016 che aveva reso la nostra regione un modello», spiegano da Libera Piemonte.

I numeri del gioco d’azzardo patologico

I risultati sono confermati dai dati: il Piemonte nel 2021 era l’unica tra le grandi regioni italiane nella quale la richiesta di presa in carico di giocatori patologici nei Serd era in diminuzione rispetto al 2017. Nel 2016 erano quasi 1.500, mentre nel 2019 poco più di mille; nello stesso arco di tempo nelle maggiori regioni limitrofe il dato era invece cresciuto, con un incremento superiore al 20%.

La metà delle persone che si rivolgono alle fondazioni antiusura e ai centri di ascolto Caritas sono afflitte da debiti legati all’azzardo, che spesso sfociano nell’usura. Si stima che le persone che hanno un problema compulsivo o patologico abitudinario dell’azzardo siano circa 1,3 milioni, mentre il numero di alcolisti e di tossicodipendenti si aggira poco oltre 400mila.

La voce di Monica Canalis del Pd

Spiega Monica Canalis del Pd: «Per fare un esempio: in Piemonte c’era un locale con slot-machine ogni 3mila abitanti contro una media nazionale di 1 ogni 980. Di recente il mio emendamento al Ddl Omnibus della giunta regionale contro il Gap è stato bocciato in Commissione, proponeva di aumentare la distanza delle slot dai luoghi sensibili nei Comuni con più di 5mila abitanti e il numero di luoghi sensibili».

«Regolamentazione e non proibizionismo», sintetizza il pensiero espresso in una nota da Gaetano Quadrelli responsabile regionale della pastorale sociale e lavoro. «Con la legge del 2016 che regolamentava seriamente l’offerta, non si sono persi posti di lavoro. C’erano solo effetti positivi».

A gran voce martedì Libera ha ripresentato la proposta di legge di iniziativa popolare, firmata da 12mila cittadini respinta in soli nove minuti nel 2023. «Questa volta ci è stato comunicato che l’Ufficio di Presidenza e la riunione dei Capigruppo saranno convocati per esaminare il nostro documento e inserirlo nel calendario dei lavori consiliari. Sul tema continueremo a vigilare», spiega Libera.

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