
di Davide Barile
ALBA – Dovrò prepararmi a fiorire. Poetesse iraniane dal Novecento a oggi è il titolo dell’antologia di sei autrici persiane pubblicata da Anima mundi a cura di Faezeh Mardani dell’Università di Bologna. Il volume di 190 pagine sarà presentato domani, venerdì 11 luglio, alle 21 in sala Beppe Fenoglio, in un incontro organizzato dal Comune con Intonando, l’Ufficio della pace e Alec.
Le poesie sono state tradotte da Mardani e da Francesco Occhetto, studioso di Montaldo Roero. I due avevano già collaborato per il volume Poeti iraniani. Dal 1921 a oggi, uscito nei mesi scorsi per Mondadori. Durante la serata, gli interventi dei traduttori saranno accompagnati dalle note del tanbur di Masih Karimi.
Mardani ha spiegato: «Dopo la fatica del precedente volume, presentiamo le opere di sei poetesse, Forugh Farrokhzad, Bita Malakuti, Leila Kordbacheh, Parvin Salajeghe, Fereshteh Sari e Granaz Moussavi. A parte la prima, le altre autrici erano mai state tradotte in italiano. Alcune di loro sono giovanissime, c’è chi vive in Iran e chi all’estero. La loro poetica narra una realtà molto vicina e attuale dell’Iran».
In Iran «la poesia è considerata, da sempre, la forma di scrittura più importante. Fa parte dell’identità persiana e, nei secoli, ha permesso di trasmettere il sapere filosofico, storico, religioso, lirico e mistico. I poeti sono amati e venerati: ogni occasione è buona per leggere, recitare o cantare una poesia. Oggi, la poesia costituisce la voce principale dell’impegno politico e civile».
In generale, «pur in mezzo alle difficoltà, la realtà culturale e letteraria iraniana è molto vigorosa».
