
L’OPERAZIONE – I Carabinieri del raggruppamento operativo speciale con il supporto dei Comandi provinciali territorialmente competenti, tra cui anche quello di Cuneo, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brescia e in stretto coordinamento con la direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, dalle prime ore della mattinata di ieri (giovedì 17 luglio), hanno dato esecuzione, su tutto il territorio nazionale, a una misura cautelare disposta dal Gip del Tribunale di Brescia (Alessandro D’Altilia) nei confronti di un 21enne bresciano e a 26 decreti di perquisizione personale e locale disposti dal sostituto procuratore della Repubblica di Brescia, Caty Bressanelli, nei confronti di altrettanti soggetti, tutti sospettati di appartenere a gruppi virtuali di estrema destra attestati su posizioni radicali neonaziste, accelerazioniste, suprematiste, xenofobe e antisemite.
In particolare, alcune perquisizioni sono state eseguite dai militari del Comando provinciale di Cuneo nella zona del Monregalese a carico di un soggetto gravitante nell’alveo radicale neonazista, suprematista.
Le indagini iniziate nel 2023
L’indagine, condotta dall’articolazione anticrimine di Brescia del Ros, è stata avviata nel dicembre del 2023 e si è sviluppata inizialmente attraverso il costante monitoraggio tecnico dei profili social Telegram e Tik Tok del ventunenne, permettendo di acquisire indizi a suo carico relativi a condotte delittuose, tra cui:
- propagandando idee fondate sulla superiorità e sull’odio razziale ed etnico, anche minimizzando e negando la Shoah;
- partecipando a diversi gruppi virtuali della piattaforma Telegram aventi i medesimi scopi di incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, nazionali o religiosi;
- facendo “apologia del fascismo”
Era attivo su numerosi gruppi social
In particolare, il destinatario della misura è risultato attivo all’interno degli aggregati denominati:
- “WHITE LIVES MATTER ITALIA”, intriso di contenuti espressivi di idee inneggianti alla classificazione della popolazione umana in razze e alla superiorità della razza bianca in termini discriminatori delle altre etnie/razze;
- “VANNAWAFFEN TM”, con contenuti di propaganda di idee inneggianti al nazismo, all’accelerazionismo, alla classificazione della popolazione umana in razze, alla superiorità della razza bianca in termini denigratori e discriminatori delle altre etnie/razze/religioni e apologetici di azioni violente in danno di persone di colore, immigrati, persone di religione islamica e afferenti alla galassia LGBTQ+;
- “SANGUE E SUOLO”, al cui interno sono pubblicati contenuti consistenti in chiare espressioni di idee di natura suprematista, neo-nazista, negazionista della Shoah, anti-semita e di apologia del fascismo;
- “SPIRITO FASCISTA”, inneggiante al fascismo, al nazismo, alla superiorità di razza, all’anti-semitismo e a teorie negazioniste della Shoah, oltre a divulgazione di post di derisione politica, etnica e sociale;
- “HOOLIGANS/NS/WP/WLM” che presenta espliciti richiami al nazionalsocialismo e alla supremazia bianca (“WP” indica “White Power”), in cui vi sono pubblicazioni con contenuti nazisti, suprematisti, d’odio razziale, di omofobia, ed esplicite istigazioni a delinquere con inviti a compiere azioni incendiarie, in cambio di premi in denaro, in danno di esercizi commerciali e luoghi di ritrovo di immigrati (in territorio estero), nonché a partecipare a scontri fisici contro persone di colore;
- “RIVELAZIONI NON AUTORIZZATE”, in cui vi sono pubblicati filmati e immagini inneggianti al fascismo, al nazismo, all’antisemitismo e negazionisti dell’Olocausto;
- “IDENTITA’ EUROPEA”, al cui interno sono divulgati post di stampo antisemita, omofobo e razzista;
- “CASA DEL FASCIO” al cui interno erano divulgati post apologetici del fascismo, del nazismo e contenuti antisemiti negazionisti della Shoah.
Le investigazioni si sono quindi estese a questi canali social, consentendo di identificare ulteriori 29 internauati membri, molti dei quali di età compresa tra 18 e 25 anni (cinque dei quali minorenni all’epoca dei fatti), residenti su tutto il territorio nazionale e sottoposti ad indagine per il medesimo delitto.
Il Web accorcia le distanze
Come spiega il tenente Marco Dainese, si tratta di un episodio che al di là della gravità mostra come i reati di questo tipo possano esprimersi sempre più nel mondo del Web, agevolati dalla maglia informativa fra coloro che navigano on-line, che consente una massiccia intesa ormai priva di confini territoriali e può annidarsi, anche in un remoto domicilio e magari in contesti ameni, in piccole comunità.
