
ALBA – Giacomo Prandi, segretario provinciale di Azione Cuneo e vicesegretario regionale del partito di Calenda interviene sull’aumento dell’addizionale Irpef in Piemonte: «Sulla manovra regionale che prevede l’aumento dell’addizionale Irpef, come Azione non vogliamo fare demagogia ma affrontare la questione con realismo», dice Prandi.
«L’esigenza di reperire risorse non può essere scaricata ancora una volta sulla pelle dei cittadini, già colpiti duramente dall’inflazione e dal carovita. Il presidente Alberto Cirio chiarisca se il problema è legato a trasferimenti statali insufficienti, cresciuti meno dell’inflazione, e se quindi intende chiedere alla propria maggioranza nazionale un impegno concreto per colmare questo divario. Oppure se la spesa sanitaria regionale è fuori controllo: chiediamo un serio piano di ristrutturazione per riportare in equilibrio i conti, senza compromettere la qualità dei servizi sanitari».
«Non può passare il principio secondo cui, ogni volta che servono soldi, li si chiede ai piemontesi. Cosa succederà il prossimo anno, un ulteriore aumento? Come Azione – conclude Prandi – vigileremo affinché la Giunta Cirio riveda questa decisione e, per il futuro, coinvolga le parti sociali e le forze politiche quando si tratta di prendere scelte così delicate per le tasche e la vita dei cittadini».
L’aumento
La Regione Piemonte prepara un aumento dell’addizionale regionale Irpef per recuperare nell’arco dei prossimi due anni i 150 milioni di euro di minori entrate previste a causa del futuro passaggio dell’imposta sul reddito da quattro a tre scaglioni.
La proposta prevede di non intervenire sui redditi fino a 15mila euro, di aumentare di 33 euro all’anno l’Irpef per i redditi da 15mila a 28mila euro, e di 106 euro all’anno l’Irpef quelli da 28mila e 50mila euro, lasciando invariata l’aliquota per i redditi superiori. Dopo due anni, dal 2028, ci sarebbe poi una diminuzione rispettivamente di 63 e di 138 euro all’anno per le due fasce che hanno subito l’aumento.
