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Il decreto infrastrutture rinvia al 2026 il blocco dei diesel Euro 5 ad Alba, Bra e Canelli

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TRASPORTI – C’è il rinvio del blocco dei diesel Euro 5 che sarebbe scattato a ottobre tra le novità del decreto infrastrutture che sta per arrivare in aula alla Camera dove viene dato per scontato il voto di fiducia.

Blocco soltanto nei Comuni con più di 100mila abitanti: salve Alba e Bra

Il blocco che sarebbe dovuto scattare a ottobre slitta di un anno e verrà applicato in via prioritaria solo nei Comuni con oltre 100mila abitanti. In Piemonte solo Torino e Novara superano i 100mila residenti mentre altri 74 centri abitati sono inseriti tra quelli soggetti alle limitazioni del traffico: assieme ad Alba e Bra ci sono Borgo San Dalmazzo, Busca, Cuneo , Fossano, Mondovì, Savigliano e Saluzzo nella Granda e Asti, Canelli e Nizza Monferrato nell’astigiano

Le regioni interessate – Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna – potranno decidere di compensare con altre misure di contenimento le emissioni derivanti dal traffico auto. La norma impatta sull’8,8% delle auto circolanti, 1,3 milioni calcola il Codacons.

Cirio: «Una buona notizia che tutela l’ambiente»

«L’approvazione dell’emendamento sui diesel Euro 5 va in una direzione che, come presidenti di Regione, condividiamo e sosteniamo da tempo. Ringraziamo il Governo e il Parlamento del prezioso lavoro che stanno portando avanti».  È il commento del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, che parla di «una buona notizia che punta a tutelare l’ambiente garantendo analoghi effetti sulla qualità dell’aria, senza bloccare le auto e senza penalizzare famiglie e imprese».

«È un emendamento serio – sottolinea l’assessore all’ambiente Matteo Marnati – come serio e responsabile è da sempre l’approccio della Regione su questo tema. Perché, se da un lato sposta la data del blocco Euro 5 al 2026 nello stesso tempo ci dà la possibilità di evitarlo anche successivamente, compensando con misure alternative. Come Regioni, infatti, siamo in grado di applicare, e in Piemonte lo abbiamo già previsto nella revisione del piano di qualità dell’aria, misure capaci di compensare il blocco delle auto e raggiungere gli stessi obiettivi di qualità dell’aria e di diminuzione dell’inquinamento senza impattare sul diritto alla mobilità di milioni di cittadini nelle Regioni del Bacino padano. L’emendamento consente di non applicare il blocco nei Comuni sotto i 100mila abitanti, ma grazie allo strumento delle misure compensative permetterà di non fermare i diesel Euro 5 neanche in città più grandi».

Ravinale (Alleanza verdi e sinistra); «Ennesimo dietrofront della destra su una sua misura»

«I toni trionfalistici sull’emendamento che rinvia di un altro anno l’entrata in vigore della misura sui diesel Euro 5 lasciano perplessi: ricordiamo che la norma l’aveva introdotta proprio la destra, per far fronte alle procedure di infrazione europee sulla qualità dell’aria». È il commento di Alice Ravinale, presidente del gruppo consiliare regionale Alleanza verdi sinistra.

«Non è l’Ue che chiede un bel niente – osserva Ravinale – ma sono le Regioni del bacino padano, compreso il Piemonte di Cirio, a essersi inventate questa misura nel 2021. Oggi rinviano per la seconda volta al fotofinish, dopo la proroga chiesta allo scadere nell’agosto del 2023, anno in cui doveva entrare in vigore la misura. e limitano ai soli comuni con più di 100mila abitanti la norma, come se in Piemonte l’aria inquinata rimanesse entro i confini di Torino, ma siamo di fronte all’ennesimo pasticcio. Ora andrà capito a livello piemontese cosa intende fare l’assessore Marnati sulle misure compensative per evitare il blocco, su cui per ora non abbiamo avuto nessuna comunicazione: chiederemo la prossima settimana ragguagli in Consiglio, dopo che per primi avevamo posto il tema con una interrogazione urgente a inizio maggio. Certo è bizzarro che dopo aver introdotto la misura oggi la proroghino ulteriormente e ne limitino ancora l’applicazione rispetto ai comuni più piccoli. Delle due l’una: o la misura è superflua, e dunque molte persone sono state indotte a cambiare l’auto senza motivo, oppure si continua a non trattare con la dovuta serietà il tema della qualità dell’aria che respiriamo, con rischi per la salute di tutte e tutti».

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