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Pensiero per domenica / I tanti modi della presenza di Dio nella nostra vita

di Lidia e Battista Galvagno

PENSIERO PER DOMENICA – XVI TEMPO ORDINARIO – 20 LUGLIO

Non capita spesso che le tre letture domenicali abbiano un tema comune, chiaramente identificabile. In questa XVI domenica del Tempo ordinario siamo invitati a riflettere sull’ospitalità. Vengono infatti descritte tre forme di ospitalità.

Pensiero per domenica / I tanti modi della presenza di Dio nella nostra vita
Cristo nella casa di Marta e Maria, di Pieter Paul Rubens (1577-1640). Dublino, Galleria nazionale.

L’ospitalità di Abramo (Gen 18,1-10). È la più misteriosa e lontana dalla nostra sensibilità. C’è in essa lo stile patriarcale e semitico: gli ospiti sconosciuti ricevono un’accoglienza a dir poco esagerata. Abramo macella un vitello e Sara viene sollecitata a impastare e cuocere una quantità di farina sufficiente per sfamare cento persone: il menù di un pranzo nuziale! Addirittura Abramo sta in piedi sotto l’albero e li serve: chi offre il pasto non mangia. È la logica della gratuità totale, ricambiata con un dono altrettanto gratuito: la maternità “fuori tempo” di Sara.

L’ospitalità di Marta e Maria (Lc 10,38-42) è più vicina alla nostra sensibilità. È un’esperienza alla nostra portata, che tutti possiamo vivere. Gesù, nel suo viaggio verso Gerusalemme, si ferma a casa di Marta, Maria e Lazzaro. Da altre pagine del Vangelo, sappiamo che era un ospite non solo conosciuto, ma abituale: un amico. Probabilmente già altre volte aveva soggiornato in quella casa: senza punti di riferimento come la casa di Betania, Gesù non avrebbe potuto reggere tre anni di vita itinerante. Le due sorelle ci mostrano come si accoglie un amico. Ci sono due modi di fargli capire che la sua visita è gradita: preparare qualcosa di buono da mangiare e chiacchierare con lui. L’importante è che l’ospite non sia lasciato solo. Come abbiamo sperimentato tutti, gli incontri in cui si condividono il cibo materiale e le idee rafforzano la relazione e fanno crescere l’amicizia.

L’ospitalità descritta da san Paolo ai Colossesi (1,24-28) è più interiore, personale, meno visibile. È l’accoglienza che noi riserviamo alla parola di Dio: se questa entra in noi, ci fa conoscere il mistero d’amore di Dio che ci supera, ma che può diventare parte della nostra vita. Se noi ascoltiamo la Parola con la disponibilità e la gioia con cui si accoglie un ospite gradito, diventiamo consapevoli che Cristo vive già in noi ed è principio di speranza. In sintesi, le tre letture ci ricordano che praticare l’ospitalità ci rende coscienti della multiforme presenza di Dio nel mondo: Dio è presente nella vita che nasce, nell’a-
mico che rende più piena e gioiosa la nostra giornata, nella Parola che dà senso al nostro stare al mondo. Addirittura, come dice Paolo, dà senso alla nostra sofferenza: «Sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi».

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